La “santona” dice di non aver mai guadagnato nulla
Madonna di Trevignano e l’indagine della Chiesa, la veggente Gisella Cardia si difende: “Vittima di forze oscure”
Continua a far discutere il mistero che gira intorno al caso della Madonna di Trevignano Romano, la statuetta a cui sono state attribuite “lacrime di sangue” versate “miracolosamente” ogni 3 del mese. Al centro della bufera è finita Gisella Cardia, la sedicente “veggente” che riceverebbe messaggi direttamente dalla Madonna: sua è la statuetta acquistata a Medjugorie e suo il fazzoletto di terreno che ogni mese raduna centinaia di fedeli che vogliono assistere al “prodigio”. Sua sarebbe anche l’associazione nata dietro il fenomeno e a lei sarebbero state intestate dunque anche numerose donazioni. La Procura di Civitavecchia ora indaga sul quel mistero mossi da due denunce, una fatta ai carabinieri, l’altra alla finanza, su cui i pm stanno valutando se aprire un fascicolo. Non è chiaro per quale eventuale reato. Ma intanto anche il Vaticano vuole vederci chiaro sulla faccenda e ha avviato una sua indagine con tanto di commissione composta da un teologo, un mariologo, uno psicologo e un canonista.
Secondo quanto riportato dal Mattino, già il 3 aprile scorso, in occasione dell’ultimo appuntamento per l’”apparizione” da Roma sono arrivati alcuni preti in incognita per capire cosa succedesse sullo spiazzale con la croce blu a ridosso del lago di Bracciano e fare un po’ di domande. Il primo parziale esito dell’indagine potrebbe trapelare già nei prossimi giorni per bocca del Vescovo Marco Salvi. Secondo quanto riporta il quotidiano il clima che si respira nelle stanze della Chiesa è di profondo scetticismo rispetto a quanto avviene a Trevignano, soprattutto di fronte al fatto che la “Santona” avrebbe fatto moltiplicare piatti di gnocchi e che la Madonnina avrebbe inviato messaggi minatori, persino maledizioni, attraverso di lei. Il che, stando a indiscrezioni, potrebbe portare a un pronunciamento di “non supernaturalitate”. Dunque a dichiarare “tutto falso”.
Le indagini già svolte in passato
La faccenda è balzata alle cronache recentemente dopo la denuncia di un investigatore privato. Ma il “miracolo” va avanti da anni. Il Mattino ripercorre le tappe di una indagine già partita nel 2016 di cui si era occupato il vescovo di allora che aveva chiesto consiglio a uno dei massimi mariologi viventi che si disse scettico. E inoltre, sempre nel 2016 i carabinieri del Ris analizzarono su delega della Procura di Civitavecchia le lacrime arrivando alla conclusione il Dna fosse compatibile con quello della Cardia. Poi il caso fu archiviato dal momento che non si poté contestare alcun reato preciso.
Gisella Cardia si difende
Da tutte le accuse Gisella Cardia si difende in un’intervista al Messaggero in cui sottolinea di non essersi mai allontanata dal Lazio (era stata accusata da diverse testate di essere fuggita) e che il prossimo 3 maggio davanti al lago si terrà il solito raduno con la recita del rosario per la Madonna. “Se gli oppositori che ci hanno creato tante difficoltà, generando cattiveria, divisioni e violenza ci permetteranno di radunarci per pregare allora il 3 maggio sarà come il 3 di ogni mese, una giornata di preghiera e di confessioni, un balsamo per le nostre anime”.
La donna respinge le accuse e spiega: “Non è piacevole essere dipinti come dei truffatori, specie quando si ha la coscienza a posto. Mi sento sotto attacco da forze oscure, poteri non identificati. Ho l’anima affranta, il cuore spezzato e se non avessi la forza della preghiera non riuscirei andare avanti”. Cardia dice di non avere nulla che certifichi le analisi dei Ris che nel 2016 stabilirono che quel sangue aveva lo stesso Dna della “veggente” e si spiega così il fenomeno: “Quando la Madonna piange non è mai un buon segnale per l’umanità che dovrebbe rivedere la sua condotta e tornare a Dio”.
Spiega di non aver mai guadagnato personalmente da questa situazione anche se ammette di aver ricevuto donazioni dai fedeli: “sono per lo più servite ad allestire il luogo in cui ci raduniamo a pregare, tipo panche, recinzioni e per fare tanta beneficenza. Sul resto non ci ho guadagnato soldi. Non è la mia missione e il mio interesse. Fortunatamente mio marito ha sempre lavorato e con il suo stipendio viviamo bene”. Cardia racconta di non aver avuto incontri con esponenti del Vaticano ma solo con il vescovo precedente a quello attuale che “è sempre stato molto cauto”. Nonostante tutto resta fiduciosa: “Del resto questi eventi hanno sempre bisogno di tempo prima di essere capiti e forse poi accettati e riconosciuti. Il Vaticano ha i suoi tempi. Attenderemo con fede”. Conclude l’intervista al Mattino con una rivelazione: durante il periodo Pasquale le sarebbero comparse le stimmate.
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