I bambini dietro le sbarre, anche appena nati. Di pochi mesi. Di uno o due anni. La vergogna tutta italiana dei minori che crescono in cella, non sembra accigliare minimamente la maggioranza guidata da Giorgia, “Donna, madre e cristiana”. Anzi. Quando Debora Serracchiani, capogruppo del Partito Democratico, ha presentato una proposta di legge per mettere uno stop allo scandalo delle culle in cella, il centrodestra l’ha costretta a desistere.

La pdl aveva il titolo esplicito di “Tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori”, in discussione nei giorni scorsi alla commissione Giustizia. Ma l’8 marzo il testo è stato bloccato da una serie di emendamenti peggiorativi avanzati dalla maggioranza di Fratelli d’Italia, e ieri è stata ritirata definitivamente dalla prima firmataria. Gli interventi con cui il partito di Giorgia Meloni ha sabotato la legge erano di segno opposto agli intendimenti dei proponenti. Introducevano tra le pieghe perfino un emendamento che autorizzava il carcere per le donne all’ottavo mese di gravidanza.

Portandolo in votazione il Pd si sarebbe trovato nel paradosso di favorire, con un involontario cavallo di Troia, l’approvazione di leggi liberticide che avrebbero aggravato le condizioni dei bambini in carcere. E la capogruppo Dem è stata costretta a ritirare il testo. Fuori da Montecitorio, si è sfogata: “Ci troviamo di fronte ad una situazione veramente vergognosa. Utilizzo questo termine perché non riesco a trovarne un altro con l’iniziativa di Fratelli d’Italia e della Lega che hanno provato a stravolgere il testo. Non vogliamo avere nulla a che fare con queste posizioni di inciviltà”, ha detto uscendo dalla Camera. “È qualcosa di vergognoso – ha proseguito – questa destra da Legge e Ordine è passata a Disumanità e inciviltà”.

“C’è una disumanità di alcuni leader politici che non capiscono che i bambini devono essere al centro delle nostre attenzioni”. E ancora: “Quello che mi lascia senza parole è questo furore ideologico della destra della punizione tout court: contro le donne condannate, contro i bimbi delle coppie omogenitoriali. La propaganda è su tutto, basta il video di una borseggiatrice incinta che si fa propaganda anche su quello”. Tuttavia secondo Serracchiani “è possibile un fronte comune per la civiltà. Ad esempio Fi aveva presentato degli emendamenti alla nostra legge migliorativi, ed ha insistito per difenderli. Li hanno dovuti convocare a Palazzo Chigi per costringerli a ritirarli”. Ma il forzista Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, prende le distanze: “I bambini non possono nascere e crescere in carcere”.

La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli, una condizione che riguarda soprattutto le donne straniere. Secondo i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria aggiornati alla data di oggi sono complessivamente 23 le mamme recluse, con 26 bimbi al seguito. Numeri purtroppo in salita, se si considera che al 31 gennaio di quest’anno le detenute madri erano 15 con al seguito 17 bambini di meno di un anno e che al 28 febbraio c’erano 21 mamme con 24 piccoli in cella. Solidarietà e sdegno da parte di tutte le opposizioni. “È immorale il comportamento della maggioranza contro le detenute madri e i loro figli. Era e rimane una battaglia giusta su cui non si può arretrare: mai più bambini costretti a crescere in carcere!”, ha twittato l’ex ministra della Famiglia, Elena Bonetti, di ItaliaViva-Azione. Proteste vibranti dal terzo settore. Antigone ha diffuso un report sui minori detenuti, mentre i volontari di CittadinanzaAttiva sono “estremamente amareggiati dalla vicenda”.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.