La nostra Italia è uno dei Paesi più belli del mondo. È la patria del buon cibo con prodotti di altissima qualità. L’Italia però, non eccelle solo per queste eccellenze agroalimentari, ma primeggia anche nella lotta agli sprechi alimentari e alle perdite di cibo lungo la filiera produttiva. Questo grazie alle normative approvate negli scorsi anni a livello nazionale ma anche a livello regionale che hanno stimolato comportamenti virtuosi, e alle numerose buone pratiche che si sono diffuse nel territorio.

Protagonista di questo risultato è senz’altro la deputata Maria Chiara Gadda con la sua Legge, la numero 166 del 19 agosto 2016. Un provvedimento che ha per la prima volta riorganizzato il quadro normativo che regolamenta le donazioni alimentari, farmaceutiche e di un paniere assai ampio di beni che include addirittura giocattoli, arredamento, materiali per l’edilizia, piuttosto che libri ed apparecchiature elettroniche.

La legge 166 ha introdotto forti misure di semplificazione per incentivare le donazioni da parte degli operatori del settore anche attraverso un sistema fiscale di premialità, e stabilito come priorità il recupero di cibo da donare alle persone in difficoltà economica e sociale. Questo provvedimento ha posto l’Italia all’avanguardia in Europa e nel mondo.

Poco prima, anche se con prospettive locali, la Basilicata ha approvato una legge specifica. Si tratta della Legge 26 dell’11 agosto 2015, di cui mi onoro di essere primo firmatario. Entrambe le norme partono dall’assunto che lo spreco alimentare non sia solo una questione di abitudini domestiche dei consumatori. Gran parte degli sprechi avvengono nella diversificata linea di produzione e commercializzazione della filiera agroalimentare. Per questo la legge 166/16 e la legge regionale 26/15 hanno il principale merito di aver dotato il nostro Paese di norme in grado di stimolare e accompagnare in tutte le fasi il recupero delle eccedenze alimentari dalla produzione fino alla distribuzione, accompagnando donatori ed enti del terzo settore verso un percorso di maturità e di nuove competenze dal punto di vista organizzativo, fiscale e persino comunicativo.

In pratica sono stati forniti gli strumenti normativi per ‘aggredire’ a monte le cause, prima che gli effetti, del ‘food loss’ (perdite di cibo) e del ‘food waste’ (scarto di prodotti commestibili). Questo produce un totale di 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato in tutto il mondo e cioè un terzo della produzione totale. Davanti a questi numeri ridurre gli sprechi non è una opzione ma un dovere sia per alimentare il circolo virtuoso dell’offerta a chi non ha disponibilità economiche sufficienti, sia per una doverosa tutela ambientale. Per questo rimane fondamentale dotarsi di leggi specifiche come la Legge 166 che per la prima volta in Italia ha aperto il tema degli sprechi non solo alle eccedenze alimentari riguardanti prodotti a lunga conservazione, ma anche rispetto a cibi cotti, freschi e freschissimi.

Che ne dica il ministro Lollobrigida, i poveri purtroppo spesso mangiano male e fanno fatica ad accedere ad alimenti importanti come frutta, verdura, pescato. La legge antispreco allarga di fatto la platea dei potenziali donatori anche ai negozi, ai bar, ai supermercati, ai laboratori, ai ristoranti e alle mense, e persino al mondo dei catering e grandi eventi.

La Legge Gadda, tra le altre cose, ha anche introdotto importantissime agevolazioni amministrative attraverso la semplificazione delle procedure di donazione rispetto alla distruzione, e favorito la cultura del recupero. È molto importante che nelle scuole l’educazione alimentare e la lotta agli sprechi siano occasione di confronto per i ragazzi, e che ad ogni livello si promuovano campagne di comunicazione. Nessuno decide di sprecare, ma spesso lo si fa perché non si hanno le informazioni corrette, o perché ancora si confondono data di scadenza e termine minimo di conservazione.

La legge 166 è uno sprone anche per le amministrazioni locali, introducendo la possibilità per i comuni di incentivare le donazioni attraverso la riduzione della tari. Con lo stesso fine anche la Legge regionale della Basilicata del 2015 prevede la possibilità per l’ente Regione di concedere contributi ai soggetti attuatori per lo svolgimento dell’attività di recupero e distribuzione. È infatti fondamentale che si destinino risorse al terzo settore per potenziare il modello organizzativo e la capacità di recupero attraverso mezzi refrigerati, celle frigorifere, abbattitori, piattaforme informatiche, scaffalature e magazzini idonei.

Non parliamo di questioni astratte ma di meccanismi atti a favorire pratiche virtuose. Come è accaduto in Basilicata, dove grazie a queste leggi sono nate e si sono sviluppate diverse realtà associative che quotidianamente lottano contro gli sprechi. È il caso dei Magazzini Sociali di Potenza, che con 107 mila e 413 chilogrammi di cibo non consumato e recuperato si pone come eccellenza assoluta avendo nel rispetto dei principi e delle regole della Legge 166.

Magazzini Sociali quotidianamente offre supporto a numerosi soggetti pubblici e privati che aderiscono al progetto anche grazie a un software innovativo attraverso il quale viene garantita la completa tracciabilità documentale dell’azione sociale, la trasparenza per i donatori e un puntuale servizio di reportistica. Non solo: con riferimento alla Legge Gadda, Magazzini sociali ha dato il via a una linea di prodotti anti spreco, denominati ‘La 166’.

Il primo prodotto è una birra lucana, tra le pochissime in Italia, utilizzando il pane invenduto dei panifici. Il pane della Basilicata è noto in tutto il mondo, e se ne produce davvero tanto. Questo bene prezioso non può andare sprecato, anzi sta diventando un’occasione di inclusione lavorativa e il marchio ‘La 166’ riconosce questa specificità e orgoglio territoriale. Insomma insieme alla volontà di rendere il mondo più equo e solidale e con leggi mirate, sono nati sul territorio dei veri e propri baluardi virtuosi contro la povertà e lo spreco alimentare che nel corso del tempo hanno saputo crescere e fare rete all’interno della comunità.

Mario Polese - Vicepresidente Consiglio regionale della Basilicata e consigliere regionale di Italia Viva

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