Le intercettazioni captate col trojan inoculato nello smartphone di Luca Palamara, che hanno registrato le conversazioni dell’ex presidente dell’Anm nell’incontro tenuto nella serata dell’8 maggio 2019 all’hotel romano Champagne sulle nomine nella Procura di Roma, sono pienamente utilizzabili. Lo ha deciso il collegio disciplinare del Csm presieduto dal laico indicato dai M5s Fulvio Gigliotti, nell’ambito del procedimento disciplinare in corso davanti al Csm contro l’ex pm di Roma: in quell’incontro erano presenti cinque consiglieri del Csm, poi dimessisi, oltre ai politici Luca Lotti e Cosimo Ferri.
Il procedimento contro Palamara, a cui vengono contestate le ‘nomine pilotate’ e anche il dossieraggio nei confronti di alcuni magistrati, si basa essenzialmente sulle intercettazioni; la difesa dell’ex presidente dell’Anm si era opposta, ritenendo quelle intercettazioni inutilizzabili. La difesa di Palamara inoltre si riserva infatti di impugnare l’ordinanza con la quale il collegio ha dato il via libera all’utilizzo delle intercettazioni ottenute tramite il trojan. Per impugnare la decisione i difensori di Palamara dovrebbe però aspettare la pubblicazione della sentenza disciplinare che lo riguarda e poi ricorrere davanti alle Sezioni Unite civili della Cassazione.
L’udienza su Palamara riprenderà quindi il prossimo giovedì 8 ottobre davanti alla sezione disciplinare del Csm. Ad aprirla sarà la requisitoria della Procura della Cassazione, che potrebbe protrarsi fino al venerdì, per poi lasciare spazio alla difesa di Palamara, con l’ex pm di Roma che si è riservato di fare dichiarazioni spontanee.