Durissimo scontro Lega-Pd in commissione Giustizia
Mai più bimbi in carcere, la fake news del governo Meloni che vuole le donne incinte in cella dopo i servizi tv
I parlamentari del Pd hanno ritirato le firme alla proposta di legge a favore delle detenute madri e quindi il provvedimento, essendo stato presentato da loro in quota opposizione, è decaduto. Lo scontro in commissione Giustizia, in atto da ieri, è durissimo. Il testo non andrà più in aula lunedì prossimo. E la Lega sfida il Pd e annuncia che lo ripresenterà subito mentre monta la polemica e si accende lo scambio di accuse tra i partiti di maggioranza e di opposizione. Gli emendamenti presentati dal centrodestra e approvati in commissioni prevedevano il carcere per le madri in caso di recidiva e cancellavano il differimento della pena per le donne incinte o con un figlio che abbia meno di un anno.
Con le modifiche della destra “non solo non riusciamo a far uscire dal carcere i bambini ma ce ne saranno di più. Per questo abbiamo dato un segnale alla maggioranza sorda alle istanze del Paese e della minoranza ritirando il testo perché non vogliamo avere nulla a che fare con queste posizioni di inciviltà e lo abbiamo fatto rinunciando a portare il testo in aula”, le parole di Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera.
“Con la forzatura della destra il testo è stato stravolto e purtroppo con queste norme l’obiettivo della nostra proposta è stato cancellato“, spiegano i deputati dem in commissione Giustizia. L’obiettivo ‘mai più bambini in carcere’, di fatto non era più il cuore della proposta di legge del Pd che a quel punto ha fatto decadere il testo.
“Non permetteremo al governo più a destra della storia della Repubblica di usare la nostra proposta – scrive il dem Andrea Casu su Twitter – per stravolgere la Legge Siani e aggravare invece che risolvere la tragedia delle bambine e dei bambini in cella. Continueremo in ogni sede la battaglia per ‘Mai più bambini in carcere’“.
“Con un blitz la destra ha stravolto la nostra la legge per togliere bambini innocenti dalle carceri, dove crescono per le colpe dei genitori: così la situazione sarebbe peggiorata con addirittura più bambini in carcere. Per questo abbiamo ritirato la legge. Una destra crudele”, scrive su Twitter il deputato del Pd Alessandro Zan.
L’altro oggetto di scontro riguarda la tutela del rapporto tra le madri detenute e i figli minori, finito sotto la lente del centrodestra dopo i servizi di Striscia la notizia sulle ‘borseggiatrici seriali’ nella metropolitana milanese che, si spiegava nel servizio, evitano il carcere perché incinte. A riguardo il sottosegretario alla Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, stamani ha detto: “In Commissione Giustizia alla Camera è stata accolta la nostra richiesta, sostenuta da tutto il centrodestra, di riforma dell’articolo 146 del codice penale sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte. Finalmente si cambia e la gravidanza non sarà una scusa: chi commette reati verrà sanzionato, pur nel rispetto dei diritti di tutti, nascituro compreso”.
Una presa di posizione a cui replica il senatore Pd, Filippo Sensi: “Dalla Lega sul tema delle detenute madri in Commissione alla Camera un ennesimo strappo, una strumentalizzazione sulla pelle di chi è più esposto, sulla vita dei bambini di chi è in carcere. C’è tempo per rimediare, c’è tempo anche nella maggioranza per isolare questa inumanità”.
Ai dem si unisce anche Azione, con il suo leader Carlo Calenda che ribadisce l’appoggio alla pdl del Pd su Twitter: “Immorale il comportamento della maggioranza contro le detenute madri e i loro figli. Il Pd è stato costretto a ritirare la pdl per la tutela dei loro diritti. Era e rimane una battaglia giusta su cui non si può arretrare: mai più bambini costretti a crescere in carcere!”.
Di tutta risposta il capogruppo della Lega in Commissione Giustizia della Camera, Jacopo Morrone: “La ripresentiamo noi visto che il Pd ritirando le firme dal provvedimento l’ha fatta decadere. E noi ripresenteremo un testo che contiene le proposte di modifica che erano state approvate e che prevedono che non ci siano più scuse per le donne incinte. Anche loro, se tornano a delinquere, finiranno in carcere”.
Al governo non tutti la pensano allo stesso modo. Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, a Tagadà su La7, rispondendo a una domanda su cosa pensi della proposta della Lega di prevedere il carcere per le donne che delinquono in gravidanza o che abbiano figli di età inferiore a un anno spiega: “I bambini nascono nella mangiatoia per stare al Vangelo, ma di certo non nascono in carcere: nascono in ospedale. I bambini non devono iniziare a conoscere il mondo guardandolo da dietro alle grate. Sicurezza e diritti dei bambini possono andare di pari passo”.
Di tutt’altro avviso Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “Le parole con cui il Partito democratico sta strumentalizzando i bambini sono semplicemente vergognose. Non basta continuare ad attaccare il Governo sulla tragedia di Cutro, dopo che i dati dimostrano come la percentuale di salvataggi con l’esecutivo Meloni sia molto più alta rispetto ai precedenti. Le uniche modifiche apportate da Fratelli d’Italia al testo della legge sui bambini in prigione riguardano le donne recidive che sfruttano la maternità per eludere il regime carcerario. Non accettiamo lezioni di morale da chi ha avuto dieci anni per risolvere una questione così delicata“.
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