Il 17 aprile, ricorre il trentennale della morte di Giovanni Malagodi. Un uomo politico di cui Rivoluzione Liberale e il Partito Liberale Italiano intendono ricordare la figura. Una figura politica, ma prim’ancora umana, stimata da destra come da sinistra.
A tracciarne un ricordo è Stefano de Luca, presidente del Partito Liberale Italiano. «Malagodi, che ho avuto il privilegio di conoscere e frequentare, ha amato moltissimo il PLI, che considerava una sua creatura», esordisce de Luca. «Era un uomo burbero ma cordiale – afferma de Luca -, apparentemente freddo eppure capace di grandi slanci emotivi. Spesso considerato autoritario ma in realtà rispettoso delle opinioni degli altri, come sapeva esserlo solo un uomo dalla cultura sconfinata. Un combattente arguto e un anticipatore dei tempi, come dimostrato dall’epica battaglia che condusse contro la creazione delle Regioni, su cui oggi in tanti si sono allineati alla sua posizione, e dall’attenzione nel frenare correntismo e settarismo», tanto presenti nella politica di oggi.
«Aveva un occhio di riguardo per i giovani», prosegue il presidente del PLI . «Ero poco più che ventenne quando, durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 1963, su sua stessa richiesta, mi fu affidato l’onore, pur con le gambe tremanti, di presentarlo nella Piazza Politeama di Palermo, dinanzi ad un uditorio di oltre diecimila persone. Conservo quella foto come uno dei ricordi più cari. Non fu un episodio casuale, considerata la sua enorme considerazione per i giovani. Gioventù Liberale Italiana, di cui ho fatto parte per molti anni, aveva una consistenza comparabile a quella della FGCI e una forte e radicata presenza negli Atenei italiani». E l’attività del «giovanile», nel solco di questa tradizione, prosegue ancora oggi, sotto la guida della dinamica Giulia Pantaleo, siciliana di Castelvetrano con una passione smodata per la politica e idee liberali da sempre chiarissime.
«Sempre rispettoso con tutti, sapeva però quando rispondere adeguatamente. Come avvenne a un Congresso dell’Internazionale Liberale, di cui era presidente. Eravamo a Parigi, ospiti del sindaco Jaques Chirac, che poi sarebbe diventato l’inquilino dell’Eliseo. Quest’ultimo, durante il suo discorso di saluto, forse per cortesia, disse «noi liberali». Malagodi lo interruppe e, determinando il gelo attorno, di cui non si diede cura, replicò: «Veramente, Signor Sindaco, lei è un conservatore, cosa diversa da noi liberali».
«Ricordo la sua espressione soddisfatta, quando festeggiammo nello studio di Palazzo Madama la sua elezione a Presidente del Senato, come ho altrettanto limpida la dolorosissima immagine della notte in cui, in una sala del Senato, noi parlamentari liberali vegliammo la sua salma, a turno sull’attenti ai quattro angoli della bara. Ebbi la consapevole certezza – conclude il presidente Stefano de Luca – che quel giorno avevamo perso l’ultima grande figura del liberalismo italiano».