I casi a Como
Malattia Kawasaki, tre bambini ricoverati: infezione compatibile con il coronavirus

Ricoverati tre bambini all’ospedale Sant’Anna di Como con la sindrome di Kawasaki potenzialmente correlata al covid-19. Si tratta di tre bambini di cinque, tre e due anni, residenti in Comuni della provincia. Per due si è reso necessario il trasferimento nelle terapie intensive pediatriche di Bergamo, ospedale Papa Giovanni XXIII, e di Milano, ospedale Buzzi, stante l’interessamento infiammatorio del tessuto cardiaco (miocardite). Il terzo bimbo è tuttora ricoverato al Sant’Anna dove si stanno ultimando i necessari accertamenti. A farlo sapere l’Asst Lariana.
I principali sintomi della malattia di Kawasaki sono febbre alta, congiuntivite, eruzioni cutanee, gonfiore, arrossamento delle mani e dei piedi. Si tratta di una malattia infiammatoria che colpisce i vasi sanguigni (vasculite) e che colpisce maggiormente i bambini di età inferiore ai cinque anni. Le cause della malattia sono tuttora sconosciute. Potrebbe essere causata da una reazione immunitaria eccessiva a un’infezione: una reazione che potrebbe essere provocata dal coronavirus.
LO STUDIO – Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet dalla Pediatria dell’ospedale di Bergamo ASST Papa Giovanni XXIII sul legame tra covid-19 e la malattia di Kawasaki ha analizzato 10 casi di bambini con sintomi compatibili con una diagnosi di malattia di Kawasaki arrivati al Papa Giovanni XXIII tra il 1 marzo e il 20 aprile 2020, durante la prima fase dell’emergenza covid. Dal 2015 al 2020 la malattia era stata diagnosticata in soli 19 bambini.
“Nessuna paura e nessun allarme – ha tranquillizzato il primario della Pediatria del Sant’Anna di Como, Angelo Selicorni – I genitori devono essere attenti a monitorare una serie di campanelli d’allarme che i pediatri di famiglia ben conoscono”. “Considerato il numero di casi che si sono registrati – ha osservato il direttore generale di Asst Lariana, Fabio Banfi – abbiamo offerto ad Ats Insubria la possibilità di organizzare un incontro on-line dei nostri medici con i pediatri del territorio, e se servisse anche della provincia di Varese, per presentare la sintomatologia emersa e i segnali da non sottovalutare”.
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