Davide Gavazzi aveva 28 anni ed era molto conosciuto nell’ambiente calcistico del pistoiese. È morto a causa di un malore che lo ha colpito durante il riscaldamento. Si è accasciato sul campo, è stato trasportato in ospedale e ricoverato in terapia intensiva. È morto stamattina, dopo ore a combattere per la vita. A nulla sono valsi i soccorsi e le cure dei medici dell’ospedale di Careggi, in provincia di Firenze. La comunità di Gavinana, in provincia di Pistoia, è scossa dall’accaduto.

Gavazzi era di Cireglio, in provincia di Pistoia. Giocava in porta. E ieri doveva scendere in campo, sul campo di casa, nel primo pomeriggio, con la sua Montagna Pistoiese contro il Cintolese nella Coppa Toscana di categoria. “È successo tutto in pochi secondi, siamo sconvolti. Distrutti. Un attimo prima ci stavo parlando, gli ho fatto una battuta perché è il nostro secondo portiere e stavolta avrebbe dovuto giocare. L’attimo dopo, non appena mi sono girato, ho sentito qualcuno che cadeva a terra. Era lui”, ha dichiarato a Il Corriere Fiorentino Marco Iori, l’allenatore del 28enne.

L’intervento è durato una mezz’ora in tutto. Quando Gavazzi ha abbandonato l’impianto di gioco non era già più cosciente. La squadra ha avvertito la famiglia, i genitori e la sorella che sono arrivati subito a Careggi. Le sue condizioni erano apparse da subito molto gravi. Era stato ricoverato in rianimazioni all’interno del Trauma Center.

“È impossibile trovare le parole per descrivere il nostro sgomento – il post di cordoglio della Montagna Pistoiese sui social – Ed è sconcertante pensare a quanto amata sia la vita. Il silenzio e la speranza che ci hanno accompagnato fino a poco fa sono scomparsi per lasciare posto alla disperazione. Davide era arrivato da poco nella Montagna, ma era parte di noi. Era riuscito a conquistarci e ad unirci, tanto che sembrava lo conoscessimo da sempre. Perché il bene che vogliamo alle persone non si misura dal tempo che le conosciamo, ma dal quanto intensamente viviamo nei momenti in cui le abbiamo accanto”.

“Ed è proprio così: un breve ma intensissimo amore che adesso ci lascia attoniti ed affranti, ma di cui faremo memoria. Lo ricorderemo così, con il suo immenso sorriso e la gioia di giocare insieme. Ed anche se non siamo capaci di immaginare il campo senza di te, sappiamo che quando al novantesimo segneremo il goal decisivo, questo sarà il segno che sei passato, per l’ennesima volta a salutarci e a ridere con noi. Addio Davide, che il vento ti porti”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.