La tragedia di Ariano Polesine
Mamma uccisa per sbaglio dal figlio, indagato il vicino di casa: la pistola era nel cassetto di casa sua
Concorso in omicidio colposo. È il reato per cui è indagato Giacomo, 81enne vicino di casa e proprietario dell’appartamento di Ariano Polesine (Rovigo) in cui viveva la 32enne marocchina Rkia Hannaoui, raggiunta e uccisa da un colpo di calibro 22 esploso accidentalmente dal figlioletto di 8 anni martedì 28 marzo.
All’anziano vicino di casa, il primo ad intervenire nell’appartamento e a soccorrere Rkia dopo l’allarme lanciato dai due figli di 8 e 11 anni della casalinga di Ariano Polesine, l’avviso di garanzia firmato dal sostituto procuratore di Rovigo Maria Giulia Rizzo sarebbe stato notificato dai carabinieri nella giornata di giovedì.
All’accusa di di concorso in omicidio colposo, scrive il Corriere Veneto, si aggiungerebbe anche la violazione dell’articolo 20 bis della legge 110 che punisce l’omessa custodia delle armi.
A Giacomo i carabinieri avevano sequestrato subito dopo la tragedia alcuni fucili da caccia, mentre l’arma del delitto, una pistola calibro 22 che in un primo momento risultava scomparsa, era stata ritrovata solo lunedì sera sepolta sotto pochi centimetri di terra fuori dalla casa bifamiliare in cui viveva la famiglia di Rkia e lo stesso pensionato, al piano superiore.
Carabinieri e Procura non avrebbero più dubbi: il colpo fatale per Rkia sarebbe stato esploso dal figlio di 8 anni, epilogo di un gioco finito in tragedia: la madre si trovava in cucina quando è partito il colpo che l’ha raggiunta alla testa.
Il minore è ovviamente non imputabile visto l’età, ma le indagini puntano a capire eventuali responsabilità da parte degli adulti. Nei giorni scorsi l’81enne vicino di casa della vittima aveva sottolineato che la pistola era in sicurezza nel cassetto del comodino e che per portarla via sarebbe servito l’aiuto di un adulto.
Parole che potevano anche essere il tentativo di allontanare da sé eventuali responsabilità per la tragedia costata la vita alla 31enne di origini marocchine. Resta da chiarire dunque in cosa consisterebbe il suo “concorso” nell’omicidio colposo: se l’anziano abbia aiutato il figlio di Rkia nascondendo l’arma del delitto o se più semplicemente il “concorso” sia basato sull’aver reso accessibile la pistola calibro 22.
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