I nodi di Palazzo San Giacomo
Manfredi come de Magistris, tra nomine e spartizioni il braccio destro diventa il fratello…

Con la lentezza di un bradipo che si arrampica su un albero, l’amministrazione Manfredi riempie le tante caselle ancora vuote del proprio organigramma politico amministrativo, sia per il Comune, dove però si attendono ancora le nomine degli “assessorini” municipali, che per la città Metropolitana alle prese con le deleghe per i consiglieri e la posizione di direttore generale. A ogni nomina, a ogni casella che si riempie, cresce il malcontento nella troppo estesa maggioranza che ha portato alla vittoria Gaetano Manfredi. I malumori sono tanti, più o meno sopiti, che al momento poco incidono sulla stabilità di governo e di coalizione. Al momento.
La disputa sulla nomina del vicesindaco Metropolitano risolta ieri con l’indicazione del consigliere metropolitano e sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo, è quella che ha fatto più rumore perché contraria ai desiderata di De Luca che, pare, cercherà di recuperare indicando un nome per la casella di direttore generale che non sia quello di Marco Di Lello, finora in pole position. Ma crescerebbe sempre più l’insofferenza per l’eccessiva ingerenza del governatore, o meglio dei De Luca boys, che hanno già preso possesso di caselle importanti, sia a Palazzo san Giacomo che a Piazza Matteotti.
Due giorni fa l’ex rettore ha assegnato le deleghe ai consiglieri di metropolitani, più precisamente a tutti i 17 componenti di maggioranza, lasciando a bocca asciutta i rimanenti 7 consiglieri di opposizione. Ognuno dei 17 si occuperà di un settore, potrà dire la sua sui provvedimenti da adottare, per le competenze attinenti a questo ente che ha sostituito le vecchie Province a seguito della cosiddetta riforma Delrio, un cambiamento discusso e criticato da più parti, in primo luogo per aver eliminato il voto dei cittadini, sostituendolo con le elezioni “di secondo grado” dove i consiglieri comunali della provincia si votano tra di loro e dove il sindaco della città capoluogo diventa automaticamente sindaco metropolitano e governa, oltre a circa un milione di cittadini di Napoli città ben altri due milioni della provincia senza che nemmeno uno di loro lo abbia votato.
C’è comunque tanto lavoro da fare per accontentare le numerose anime della maggioranza, sempre alla ricerca di poltrone da occupare ed esponenti politici da soddisfare.
Il ruolo di grand commis, di ufficioso braccio destro del sindaco, lo svolge proprio il fratello del primo cittadino di Napoli, Massimiliano Manfredi, già deputato della Repubblica, oggi consigliere regionale, esponente del partito democratico ed esperto politico. Lo aiuta nelle trattative tra le parti per giungere a utili e necessari accordi per comporre i tanti puzzle di incarichi, sia al comune che in città metropolitana, specialmente nei rapporti comune/regione, sindaco/governatore. Chi meglio di un fratello, peraltro così esperto, come braccio destro di un neo sindaco, comunque avulso ai meccanismi stretti della politica e dell’amministrazione di un comune e della sua provincia?
Questo aiuto fraterno ricorda il rapporto tra Luigi de Magistris, l’ex sindaco di Napoli e suo fratello Claudio, perno fondamentale delle campagne elettorali dell’ex magistrato e aiuto prezioso, dopo le vittorie del 2011 e del 2016, in tante attività legate all’amministrazione della città, ai rapporti con gli eletti e finanche per la costituzione di demA, il partito personale di de Magistris. Ancora oggi, dopo la sonora sconfitta in Calabria di Luigi, il fratello Claudio aiuta il fratello svolgendo il ruolo di staffista al servizio del gruppo demA, all’interno del consiglio regionale della Calabria.
Insomma, fatte le debite differenze tra la serietà e la sobrietà istituzionale dell’ex rettore della Federico II e il pulcinellismo condito da boutade giornaliere dell’ex magistrato, l’aiuto e la collaborazione più o meno palese dei rispettivi fratelli, sembra essere il solo punto in comune tra l’ex e l’attuale sindaco. Fu Antistene a dire che “Quando i fratelli vanno d’accordo, nessun fortezza è così solida come la loro vita in comune”. Appunto.
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