Proteste represse tra arresti e violenze in Russia. Secondo la Ong Ovd-Info sono oltre 4.357 le persone arrestate in 56 città in tutto il paese per le manifestazioni contro la guerra in Ucraina. La stessa organizzazione scrive che il dato potrebbe essere calcolato per difetto: ogni dipartimento di polizia può potenzialmente avere più fermati rispetto agli elenchi pubblicati. Ong Ovd Info pubblica solo dati che ritiene certi. Solo nella capitale Mosca sarebbero oltre 1.600 i fermi.

Dall’inizio delle manifestazioni per la guerra propagandata dal Presidente Vladimir Putin come un’operazione militare per “smilitarizzare” e “denazificare” l’Ucraina sono state 13.158 le persone detenute in oltre cento città, tredici delle quali giornalisti. Il dato all’indomani del via alla stretta sui media approvata dalla Duma che ha alzato fino a 15 anni gli anni di carcere per la diffusione di quelle che il Cremlino reputa fake news. In particolare sulla guerra. Le emittenti occidentali con sedi di corrispondenza sul posto hanno praticamente tutte sospeso i servizi giornalistici.

Sui social circolano numerose immagini delle violenze perpetrate dalle forze dell’ordine, con manganelli e pistole stordenti, per reprimere il dissenso. A Mosca è stato arrestato uno dei leader dell’Ong Memorial, Oleg Orlov, e la famosa attivista Svetlana Gannouchkina. Secondo la stessa fonte, almeno 279 persone sono state arrestate anche a San Pietroburgo, dove una delle piazze centrali è stata transennata dalla polizia. I primi arresti sono avvenuti, a causa del fuso orario interno, in estremo Oriente e in Siberia. Più di 200 persone sono state arrestate in particolare nelle grandi città di Novosibirsk e Ekaterinburg. Chi protesta contro la presenza militare russa in Ucraina rischia regolarmente multe, in base a un nuovo articolo del codice amministrativo che vieta le manifestazioni pubbliche che “screditano le forze armate“. Secondo l’agenzia di stampa Ria Novosti, un residente siberiano è stata la prima vittima di questa nuova legge: è stato multato di 60mila rubli (450 euro) per aver indetto manifestazioni contro l’intervento in Ucraina.

Aleksey Navalny, il dissidente di Putin tutt’ora in carcere, scampato a un tentato avvelenamento e salvato in Germania, ha invitato i russi a manifestare ogni giorno nella piazza principale della loro città per chiedere la pace. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato diversi appelli alla popolazione russa in questi giorni. “Cittadini della Russia per voi non è solo lotta per la pace, ma lotta per il vostro Paese – ha detto oggi il presidente alla guida del Paese sotto assedio – Se rimanete in silenzio ora, solo la vostra povertà parlerà per voi più tardi e solo la repressione risponderà”.

Tantissime sui social le immagini di russi, giovani e adulti, sanguinanti, pestati, presi di forza e allontanati o fermati. Nei giorni scorsi erano stati portati in caserma anche dei bambini: avevano portato in piazza dei cartelloni con dei disegni contro la guerra. Arrestata nei giorni scorsi anche Yelena Osipova, 80 anni, nata durante l’assedio di quella che all’epoca era chiamata Leningrado. Pestate in piazza dagli agenti anche donne, come si vede dalle immagini dai social.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.