"Meno tasse, pensiamo al futuro"
Manovra, il sottosegretario Freni: “Non volevamo fare una lista della spesa, sostegno stabile per i redditi medio-bassi”
Il sottosegretario all’Economia e Finanze, già al Mef con Mario Draghi, difende la Legge di Bilancio
Una manovra da 30 miliardi di euro, tra tagli – spending review per la macchina dello stato – ai bonus ed incentivi per i “nuovi nati” da 1.000 euro. E’ la principale novità della legge di bilancio del 2025 che tra taglio del cuneo, accorpamento delle aliquote Irpef, pensioni e carta Dedicata a te. Arrivano poi fringe benefit per neoassunti che si allontano più di 100 chilometri dalla residenza originale per favorire l’occupazione. Salva la sanità: verso un aumento fino a 3 miliardi di euro.
Il testo della manovra dopo il via libera del governo passerà alla Camera, Sono molti i nodi da sciogliere, come quello del ‘contributo’ da chiedere alle banche e alle altre grandi aziende che hanno avuto extraprofitti.
Ne abbiamo parlato con il sottosegretario all’Economia e Finanze, Federico Freni, della Lega.
Conosceremo i dettagli della manovra solo il 20, con il deposito del testo. Abbiamo letto i punti-chiave. Come la definirebbe?
«Una manovra seria, che guarda oltre la contingenza del presente».
Perché?
«Occorre riscoprire la centralità della legge di bilancio che per troppo tempo è stata pensata come una lista della spesa. Questa è una manovra seria perché intercetta le priorità del Paese: meno tasse, sostegno ai redditi medio-bassi, incentivi alla natalità, aiuti alle famiglie e più risorse per la sanità. Questo governo ha scelto la continuità dopo anni di promesse ardite e impegni a singhiozzo».
Da cosa si evince questa continuità?
«Dalle misure. La riduzione delle tasse è l’esempio più evidente: non ci siamo limitati a confermare il taglio del cuneo fiscale. L’effetto virtuoso che ha generato sul potere d’acquisto dei lavoratori con redditi medio-bassi ci ha convinto ad ampliare la fascia dei contribuenti che avranno così meno tasse in busta paga».
C’è stata tensione sul fronte extraprofitti tra Lega e Forza Italia?
«Al genere fantasy preferiamo di gran lunga quello della realtà. Su tutti i temi ci sono sensibilità differenti perché la coalizione di centrodestra non è espressione del pensiero unico, e guai se lo fosse: la richiesta di un contributo alle banche, tra l’altro frutto di un accordo responsabile, rientra nelle priorità condivise. La Lega non è subalterna a nessuno».
Quale sarà l’effetto combinato, nella volontà del governo, della riduzione dell’Irpef in tre aliquote e del taglio permanente del cuneo fiscale?
«Le due misure garantiranno una riduzione permanente delle tasse per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. La natura strutturale implicherà alcune modifiche all’impianto dell’intervento, ma l’effetto resterà il medesimo».
Tagli su tutto ma sulla sanità vedo +3,7 miliardi. Un investimento chiesto a gran voce dagli italiani…
«La tutela della salute è una priorità che va ben oltre l’orizzonte temporale della legge di bilancio: è un investimento permanente che deve puntare a rendere il sistema sanitario sempre più efficiente, in linea con l’evoluzione della curva demografica che registra un aumento della domanda. Non solo incrementeremo la dotazione del Fondo sanitario nazionale, ma faremo in modo che la spesa sia allineata al Pil. Chi si aspettava forbici e tagli è rimasto decisamente deluso».
Entrerà in vigore il quoziente famigliare, si apprende, ma non è chiaro come e da quando…
«Il quoziente familiare è un principio fiscale che troverà applicazione all’interno della revisione delle tax expenditures. Partiremo subito ricalibrando alcune agevolazioni in base al numero dei componenti della famiglia e al reddito: non discrimineremo chi decide, legittimamente, di non avere un figlio».
Il bonus ristrutturazioni rimane, ma al 50%. Anche qui, avete ascoltato il Paese, era una richiesta pressante?
«La conferma della detrazione del 50% riguarda la prima casa, un bene inviolabile per la Lega e che va valorizzato con tutti gli strumenti possibili. D’altronde l’abbiamo sempre detto: ci sono bonus utili e altri che sono invece altamente nocivi. Siamo decisamente nel primo campo».
Ma poi le case ristrutturate devono cambiare classe catastale?
«La manovra non contiene riferimenti al catasto: chi ha prefigurato tasse sulla casa e sciagure di ogni tipo ha preso un grande abbaglio. Agiremo per scovare le cosiddette case fantasma garantendo ai Comuni un gettito aggiuntivo. È un’operazione verità che definirei doverosa nei confronti della collettività».
Sia onesto: che voto darebbe a questa manovra? Alle opposizioni cosa risponde?
«I voti li danno i destinatari della manovra. Non pecchiamo di certo di autocelebrazione perché siamo consapevoli che gli impegni per il Paese possono e devono essere ancora più robusti di quelli che siamo riusciti a mettere in campo. Al più posso esprimere un giudizio».
Qual è?
«Direi molto buono, ma l’ultima parola spetta ai cittadini e alle imprese. La cattedra la lascio ai miei ricordi da professore universitario».
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