Lo sfogo dopo le dimissioni: "Dalle stelle alle stalle"
Maradona jr e l’addio al Napoli United: “Integrazione? Giocatori da mesi senza soldi, cibo e acqua calda”
Dalle stelle alle stalle con giocatori lasciati senza soldi, cibo e acqua calda. E’ il duro sfogo di Diego Armando Maradona Jr che da oggi non è più l’allenatore del Napoli United, squadra dilettantistica che milita nel campionato di Eccellenza campano. Il primogenito del Pibe de Oro spiega in un breve post pubblicato sui social i motivi che l’hanno spinto, insieme al suo staff, a lasciare la guida tecnica della compagine multiculturale nata nel 2009 con la mission di coinvolgere e integrare giovani provenienti da ogni angolo del globo. Parte proprio da quest’ultimo aspetto Maradona jr per cristallizzare il suo addio. “Fare integrazione, accoglienza e lasciare le persone senza cibo stona un po’” sottolinea l’oramai ex allenatore che lo scorso anno arrivò secondo in campionato, sfiorando la promozione Serie D attraverso la corsa playoff (finita in semifinale).
Maradona, che oggi ha 36 anni, parla di “stelle nello stomaco” quando arrivò “quella telefonata di giugno 2021 in cui il presidente Antonio Gargiulo mi chiedeva di diventare allenatore della prima squadra. Grazie, 10 volte grazie, per l’opportunità che mi ha dato”. Dopo un anno fantastico, “tutto al proprio posto, tutti a spingere nella stessa direzione. Qualche sconfitta, tante vittorie, la cavalcata fino alla semifinale playoff, il traguardo più alto mai raggiunto dal Napoli United”, ecco arrivare “le stalle”.
Diego jr spiega: “Il secondo anno, quello in cui ho resistito fino ad oggi, quello degli stipendi non pagati a staff e calciatori. Quattro mesi, oltre 100 giorni senza percepire soldi. Ne ha risentito il lavoro, i rapporti personali”. Poi incalza: “Ci sono ragazzi nella squadra che sono a migliaia di chilometri da casa e il Napoli United li ha lasciati senza un centesimo per la spesa, senza cibo, in un caso anche senza acqua calda per diversi giorni. Non ho resistito, non sono più riuscito a restare fermo di fronte a tali ingiustizie”.
Parole durissime quelle del figlio del più grande giocatore di calcio. Parole che al momento non vengono commentate dal Napoli United, la cooperativa sportiva dilettantistica sociale del gruppo Gesco che in oltre dieci anni di attività ha coinvolto cittadini del Senegal, Costa D’Avorio, Capo Verde, Niger, Tunisia, Paraguay, Cile, Brasile, Argentina, Ghana, Portogallo, Francia, Ecuador, San Salvador.
Nella nota diramata nella tarda mattinata di martedì 14 marzo, il Napoli United salutava così il suo allenatore: “Dopo un lungo confronto e con molto dispiacere, stamattina abbiamo dovuto accettare le dimissioni di mister Diego Armando Maradona junior e del suo staff – si legge nel post condiviso sui social dalla società – Gli riconosciamo, in questi due anni, una grande abnegazione e una grande professionalità, soprattutto in un momento difficile, sia dal punto di vista organizzativo che economico, come quello che stiamo affrontando in questo ultimo anno. Dal primo all’ultimo giorno abbiamo conosciuto persone che rispettano profondamente il gioco del calcio, che amano il proprio lavoro al di là delle responsabilità che esso comporta. Auguriamo a tutti il migliore prosieguo in questo mondo che sappiamo tutti difficile ma che avrebbe bisogno di più professionisti come loro”.
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