Un anniversario flop quello andato in scena giovedì 25 novembre 2021 per ricordare Diego Armando Maradona, il campione argentino del Napoli scomparso 365 giorni prima. La città, le istituzioni, la società di Aurelio De Laurentiis, gli stessi tifosi: tutti hanno perso l’ennesima occasione per provare a onorare la memoria del più grande giocatore di tutti i tempi.

Celebrazioni improvvisate, la statuta dell’artista Domenico Sepe piazzata solo per poche ore all’esterno dello stadio che oggi porta il nome di Maradona, tifosi divisi, Comune (sia vecchia che nuova amministrazione) così come il Calcio Napoli incapaci di coordinare e velocizzare l’iter burocratico per ottenere in tempo tutte le autorizzazioni necessarie per poter lasciare la scultura del Pibe de Oro all’esterno dello stadio. E invece si dovrà attendere ancora qualche settimana, o addirittura mesi, in attesa del via libera del Genio Civile. L’installazione temporanea era stata annunciata nei giorni precedenti ma le foto e i video della scultura di Maradona hanno oscurato tutto, o quasi, ingannando numerosi tifosi che in queste ore arrivano all’esterno dell’impianto sportivo partenopeo senza però trovare l’omaggio al loro idolo.

Una seconda statua verrà donata nei prossimi giorni da Stefano Ceci, manager e amico di Maradona (in contrasto con i figli per questioni legate ai diritti di immagine del Diez), alla società di De Laurentiis e verrà posizionata all’interno dello stadio di Fuorigrotta in una location ancora da definire. Insomma un anniversario farsa, preparato male e gestito peggio, con Napoli che ancora una volta si mostra incapace di tutelare e valorizzare le innumerevoli risorse che ha a disposizione.

La lezione arriva invece dai tifosi argentini che, arrivati dal Sud America e da Madrid, hanno colorato le strade della città omaggiando il Dio del calcio. Se non ci fossero stati loro, avremmo assistito a celebrazioni sparpagliate tutte in nome di interessi personali e non della comunità.

Un flop anche la maglia celebrativa ideata dal Napoli di De Laurentiis. Una camiseta venduta a peso d’oro senza nemmeno coinvolgere i parenti più stretti di Maradona, a cui non è stato chiesto nulla, nemmeno un parere. Un maglia che, stando ai commenti raccolti sui social, è stata bocciata dalla maggior parte dei tifosi.

Quest’ultimi poi hanno preferito ricordare Maradona in modo personale. C’è stato chi è andato all’inaugurazione della statua, chi si è dato appuntamento in serata all’esterno della curva B, chi ha fatto tappa al museo a cielo aperto rilanciato un anno fa ai Quartieri Spagnoli dopo la morte del campione argentino.

Una città divisa anche quando si tratta di celebrare il giocatore più forte di tutti i tempi. Tutti hanno voluto primeggiare. Tutti ne sono usciti sconfitti. Tranne Maradona (immortale) e i tifosi argentini.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.