Italia Viva è in subbuglio a causa della scelta di Matteo Renzi di entrare nel campo largo. Lo è soprattutto per via dell’opposizione di Luigi Marattin. Il deputato infatti ha criticato la decisione del leader, allontanandosi dal partito e ricevendo per questo anche insulti e offese sul web dai fedelissimi renziani. E Marattin a Omnibus ha spiegato il motivo della rottura con Renzi, che lui chiama ancora solo ‘Matteo’.

Marattin e la rottura con Renzi: “Una mattina mi son svegliato e la scelta era fatta”

A settembre uscirà un libro scritto da Marattin dal titolo “La missione possibile, la costruzione di un partito liberal democratico e riformatore” e il conduttore del programma di La7, Andrea Pennacchioli, ha iniziato proprio da lì, chiedendo al deputato se questo partito possa essere Italia Viva. “A quanto pare no”, ha risposto Marattin. “Era Italia Viva fino al 18 luglio. Lo è stato per cinque anni, è nato per quella missione. E dopo le europee si dice ‘è il momento di discutere’, dopo una pesante sconfitta elettorale mi sembrava giusto. Ma una mattina mi sono svegliato, ho aperto il Corriere della Sera, non c’era più un congresso e la scelta era stata fatta, ‘andiamo con il campo largo‘”, racconta il deputato.

Marattin: fino a un mese fa centinaia di tweet contro Pd e Schlein

Per Marattin la scelta di svoltare a sinistra è stata “un errore di merito e di metodo”. “I partiti sono diventati proprietà privata. Non ho niente contro le forti leadership, ho qualcosa in contrario sui partiti personali. Ma se vuoi cambiare la natura di un partito fai discutere il partito per due mesi, ci sono centinaia di tweet contro il Pd e la Schlein fino a un mese fa” ha aggiunto Marattin sempre a Omnibus.

“Matteo è stato eletto presidente di Italia Viva da un congresso, tutti gli iscritti eleggono qualcuno per un posizionamento politico. E la linea politica di Renzi era ‘né con questa destra né con questa sinistra‘. Non è che ogni mossa deve passare per il congresso, ma quando decidi di cambiare l’essenza di un partito come fai a non tornare alla comunità per avere il mandato?”, si chiede Marattin, per cui è inutile che si continui a dire che tanto la scelta di Renzi passerà per l’Assemblea nazionale di fine settembre. “L’assemblea al quale Matteo si richiama, è fatta da qualche centinaio di persone nominate da Matteo”.

Marattin: “Vi immaginate il primo cdm del campo largo?

Poi Marattin passa anche al merito della scelta. “Questo paese ha già vissuto due volte, nel 96 e nel 2006, l’esperienza di coalizioni fatte solo per non far vincere l’avversario ma che poi alla prova del governo si squagliano in pochi mesi. Lei se lo immagina il primo consiglio dei ministri del campo largo? Uno che vuole alzare le tasse e uno che vuole abbassarle, uno che vuole il nucleare e uno che non lo vuole, uno che vuole il Jobs Act e l’altro che lo considera il diavolo, uno che vuole dare stipendi meritocratici sulla scuola, come ha detto Matteo per dieci anni, e c’è la sinistra sindacale che vuole dare più soldi a tutti, c’è uno che è giustizialista e uno che non lo è. E poi ci sono i 5 stelle… Non si fa politica così”. Insomma per Marattin non s’ha da fare.

Redazione

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