Hanno lanciato l’appello per creare un partito liberaldemocratico unico e da mesi stanno portando avanti questa battaglia, anche all’interno dei loro partiti, dove crescono tensioni. Oggi Luigi Marattin ed Enrico Costa scelgono di farsi intervistare su due quotidiani diversi, ma lanciando messaggi a distanza molto precisi sul futuro del fu Terzo Polo.

Marattin: Renzi padrone di Italia Viva?

Il deputato di Italia Viva Marattin dalle pagine di Repubblica parla ancora del clima e dei litigi nel suo partito, tutto a partire dalla scelta di Matteo Renzi di virare a sinistra in modo drastico e improvviso. A chi gli chiede della famosa foto negli spogliatoi a margine della Partita del Cuore, dove viene immortalato insieme allo stesso Renzi, ma anche a Giuseppe Conte, risponde così: “Ho fatto l’errore di pensare che una partita di calcio fosse cosa diversa rispetto alla politica. Ma si vede che la deriva di confondere politica con le curve ultrà è ormai inarrestabile”.

Il problema è la svolta di Renzi e di molta della dirigenza di Iv, arrivata velocemente e pronta – sembra – a passare dall’Assemblea nazionale ma non dal voto di tutti gli iscritti in un congresso, come promesso inizialmente da Renzi dopo la sconfitta alle elezioni europee. Una modalità che fa storcere il naso a Marattin: “L’ultimo congresso, quello che ha eletto Renzi, lo ha fatto su una proposta politica terzopolista. Se ora si vuole legittimamente cambiare linea a farlo deve essere lo stesso organo: un congresso, in cui si chiamano gli iscritti a decidere”. E se non dovesse arrivare un congresso “ne trarrò le conseguenze insieme a tanti altri. La delega che una comunità dà non è eterna da monarchia assoluta. A me piacciono i leader, non piacciono i padroni”, sentenza il deputato. Facendo capire, anche se non lo dice esplicitamente, che in caso di non congresso, è pronto a lasciare Italia Viva accompagnato anche da altri. Alla domanda: ritieni Renzi il padrone del partito?, Marattin è più diplomatico, anche il concetto orai aleggia: “Spero di no, da tanti gli sta arrivando la richiesta di lasciare che Iv si esprima in un congresso, così da confrontare la sua tesi di andare con il centrosinistra con una tesi alternativa”.

Marattin: spazio per un partito di centro liberaldemocratico

L’idea di Marattin è quella di cercare di accorpare parti dei vari partiti centristi, come Azione, Iv, +Europa e altre sigle, per dare vita a una forza unica: “C’è spazio per un partito di centro liberaldemocratico. Il fallimento del terzo polo non equivale alla scomparsa di un’area politica, ma solo al fallimento di quel particolare tentativo”. E per questo ha avviato l’iniziativa con Costa, esponente di Azione e pontiere. “I partiti esistenti non hanno più agibilità politica per aggregare attorno a sé. Credo che nei prossimi mesi dovremo avviare un percorso costituente al quale chiunque potrà aderire accettando che il progetto si basi su una visione di società e sulla contendibilità della leadership. Abbiamo davanti tre anni di tempo” dice Marattin. Non ci sono alternative per lui, anche perché “non credo che dal campo largo possa venir fuori una proposta politica coerente per cambiare il mio paese”.

Costa, le valutazioni di Azione e la scelta di Renzi

Come anticipato, anche Costa ha rilasciato la sua intervista, al Tempo, in cui parla del futuro dei due partiti centristi. “Azione dovrà fare le sue valutazioni. Penso che se si dovesse arrivare a entrare in un ‘triplete rosso’ alle regionali di Emilia, Umbria e Liguria, non verrebbe letta come una scelta locale ma come una traiettoria nazionale. Gli organismi di Azione di pronunceranno ma a livello locale vedo che c’è un percorso avviato con quelli che stavano in quella piazza contro Toti. Vengono i brividi al solo pensiero”, dice dopo aver parlato della vicenda in Liguria e delle dimissioni del governatore Giovanni Toti. Il messaggio di Costa è tutto interno al partito di Carlo Calenda, da cui ha fatto un passo indietro dalla carica di vicesegretario proprio a causa dell’appello lanciato insieme a Marattin e dallo scontro interno su quale posizione prendere.

Su Renzi, Costa è molto critico: “Mi sembra che Renzi abbia fatto una scelta di campo e si stia producendo in ripetute prove di fedeltà, a costo di digerire posizioni opposte alle sue convinzioni”. E anche per lui il futuro non è in un campo largo che “non va d’accordo su niente, su ambiente, politica estera, fisco, sicurezza. Vanno solo d’accordo quando si tratta di abbattere l’avversario politico per via giudiziaria. Su questo si trovano perfettamente. Ma la giustizia è un caposaldo sul quale non si possono fare compromessi politici”.

Redazione

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