Sulla morte di Marco Pantani emergono nuovi aspetti dall’inchiesta per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine. Secondo due agenti della polizia scientifica coinvolti nei rilevamenti sul corpo del ciclista, morto nel 2004, sarebbero state almeno due persone ad entrare prima della polizia nella stanza in cui fu trovato senza vita il Pirata.

Marco Pantani, nella stanza dove morì il Pirata entrarono due persone prima della polizia scientifica

I testimoni, sentiti dalla procura di Trento, hanno parlato dei momenti dei rilevamenti del corpo di Pantani nel residence ‘Le Rose’ di Rimini. Hanno riferito di aver ricevuto disposizioni da due persone entrate per prime nella stanza “di aspettare fuori”. Nell’ambito dell’inchiesta la Procura ha già sentito una decina di persone informate sui fatti, proprio per ricostruire le modalità del prelievo e l’iter della provetta del ciclista. Specie sul perché non fu assegnatole un numero progressivo e anonimo ma il 1140, mossa compiuta davanti a più persone.

Morte di Pantani, le conclusioni della Commissione antimafia

Intanto la Commissione parlamentare antimafia ha evidenziato alcuni “buchi investigativi” come si legge nelle “risultanze relative alla morte dello sportivo Marco Pantani ed eventuali elementi connessi alla criminalità organizzata che ne determinarono la squalifica nel 1999″.”Appare non condivisibile la scelta, conseguente alla frettolosa conclusione delle indagini, di non rilevare le impronte digitali nel luogo del rinvenimento del cadavere, del tutto inspiegabile in considerazione della copiosa presenza di sangue, visibile dalle numerose fotografie della polizia scientifica, di cui si sarebbe dovuta verificare l’appartenenza”, ha concluso la Commissione antimafia, come riporta LaPresse.

L’avvocato della mamma di Pantani: controllo fatto non secondo legge

La procura trentina ha acquisito altro materiale dalla procura di Forlì in merito all’esclusione di Pantani dal Giro d’Italia del 1999. Secondo Fiorenzo Alessi, avvocato della mamma del Pirata, Tonina Belletti: “C’è una procura che assieme alla polizia giudiziaria sta lavorando e procedendo”. Il figlio Alberto segue Ferdinando Pantani. “Associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista”, l’ipotesi di reato per ora senza indagati su cui sta lavorando la procura con il sospetto della “manipolazione” ad opera della camorra dei campioni ematici di Pantani. Il nodo sono le presunte alterazioni dei controlli anti-doping avvenute il 5 giugno del 1999 prima della frazione di Madonna di Campiglio, con Pantani primo nella classifica del Giro e sei minuti di vantaggio. “Dalle carte, se si leggono attentamente, emergono elementi che quel controllo non sia stato fatto secondo i crismi di legge con condotte che avrebbero potuto interferire sul campione ematico. Ora c’è un buon lavoro congiunto con la magistratura. Le circostanze sono la sostanza di un procedimento penale”, ha concluso Alessi.

Redazione

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