Kate Fretti pensa a Marco Simoncelli tutti i giorni. Il prossimo 23 ottobre saranno dieci anni dalla tragedia: il pilota di Moto GP è morto in pista a Sepang, in Malesia, nel 2011. Fretti era la sua fidanzata. All’epoca aveva 22 anni. Ha concesso una toccante intervista a Giorgio Terruzzi per Il Corriere della Sera.

“Il Sic fa parte della mia vita oggi. Quando qualcuno mi parla di Marco penso al lavoro nella Fondazione. Poi ci sono i ricordi, il suo modo di essere affettuoso, anche se il lato romantico era ai minimi termini. Avevamo vent’anni, sul romanticismo, un disastro. Ora con Andrea, il mio ragazzo, vado meglio, mi impegno di più”.

Fretti oggi si occupa della Fondazione intitolata al “Sic”. I due stavano insieme da quando lei aveva 17 anni. “La mia vita cambiò in una manciata di secondi. Da allora ho a che fare con un’ansia permanente. Se mio fratello non risponde al telefono penso al peggio. Prima di quella tragedia i brutti pensieri non avevano spazio”, ha raccontato.

“Se avessi continuato a vivere come ho vissuto l’anno successivo alla morte di Marco mi sarei ammazzata. Ero tagliata in due, mi mancava un pezzo della mia esistenza. Per fortuna siamo fatti per sopravvivere, la mente cerca di allontanare il dolore. Non lo annulla, lo attenua un po’”, ha aggiunto. E sulle tragedie in pista: “La Fondazione esiste perché esistono le gare. Il team Simoncelli, lo stesso. Io e tanti miei amici lavoriamo grazie alle moto. Ma talvolta di fronte a tutte queste tragedie mi viene da dire: chiudiamo tutto subito. È un pensiero che cancello quando penso che in fondo questo è il mio mondo”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.