L'intervista
Marco Vizzardelli e il suo grido alla Prima della Scala: “Spontaneo, mi inquietava la composizione del palco”
Il giornalista e loggionista ha spiegato perché ha urlato ‘Viva l’Italia antifascista’ durante la Prima della Scala a Milano ieri
Marco Vizzardelli, la persona che ha urlato alla Prima della Scala “Viva l’Italia antifascista” è un loggionista di razza. Un giornalista che però segue le opere in giro per l’Italia e l’Europa. Il giorno dopo essere stato identificato molto celermente dalla Digos di Milano per aver gridato nel buio del teatro ha raccontato i motivi della sua azione e la propria vita.
Le grida al Teatro della Scala
“A dire il vero non ho gridato, l’ho detto ad alta voce. Mi inquietava la composizione di quel palco. Mi inquietava la senatrice a vita Liliana Segre messa in mezzo in quella maniera e mi sono detto cosa fare? Non volevo coinvolgere Segre ma dire qualcosa. Ho parlato con un’amica. Poi è venuto tutto in automatico, in maniera spontanea. Io ero sulla sinistra in Prima galleria e in Seconda galleria, prima dell’inno, uno che non ero io ma che conosco ha urlato “No al fascismo“. Alla fine dell’inno, con moto quasi istintivo ho detto “Viva l’Italia antifascista” ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera.
L’intervento della Digos
Dopo poco tempo è arrivata la reprimenda. “A metà del primo atto mi si avvicina uno che ho capito subito che era un poliziotto in borghese. Finito il primo atto si è palesato, mi ha chiesto le generalità e io me ne sono andato. Poi sono arrivati in quattro della Digos nel foyer e mi hanno ricordato che non dare le generalità era reato. Io ho detto che sarebbe stato reato se avessi detto “Viva l’Italia fascista”. Questi hanno sorriso e poi abbiamo fotografato la mia carta di identità con il mio telefonino perché il loro funzionava male. E gliel’ho inviata. C’è stata cordialità ma mi è parso tutto un po’ sconcertante” dice sempre al Corriere.
Nella lunga intervista Marco Vizzardelli ha raccontato poi di come sia nata la sua passione per l’opera lirica, degli spettacoli visti, dello stile di vita che mantiene per poter frequentare da loggionista i diversi teatri, ma ha anche commentato il Don Carlo “musicalmente straordinario” e una regia “carente”.
La risposta di Marco Vizzardelli a La Russa e Salvini
Il 65enne, giornalista e amante di ippica, ha poi risposto a una domanda sulle reazioni di Salvini e La Russa, i quali hanno detto rispettivamente che alla Scala non si sbraita e di non aver sentito urla. “La Russa da uomo spiritoso ho visto che ha reagito meglio di Salvini. Io non posso ammettere nel 2023 alcunché che abbia a che fare col fascismo. Quanto al leader della Lega non credo che sia nato con idee politiche di destra, ma io non sopporto un minimo odore di razzismo. Magari lui non lo è, ma lo appare nei fatti, lo fa apparire proprio lui nei fatti, nella comunicazione, vedi la vittoria di Mahmood a Sanremo”.
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