Se fin ora il carcere era un tema relegato a pochi addetti ai lavori, che poco interessava il grande pubblico, Mare Fuori, ha certamente avuto il pregio di aver avvicinato e sensibilizzato tantissimi a questo argomento. Lo ha fatto con tre fortunate serie che raccontano la vita dei giovani ragazzi di un penitenziario minorile di Napoli, ispirato al carcere di Nisida. Le storie dei ragazzi e della direttrice interpretata da Carolina Crescentini appassionano tanto da essersi guadagnati numeri da record di visualizzazioni già dal rilascio anticipato su RaiPlay. Poi il 15 febbraio la terza stagione va in onda su Rai 2 dalle 21.20 circa, in prima serata.

L’occasione di parlare di carcere e offrire una riflessione sulle possibilità di riscatto. Carolina Crescentini racconta un’altra piccola magia che le accade da quando impersona la direttrice del carcere minorile nella serie. “Dopo l’interpretazione mi fermano per strada ex detenuti, che riconoscendomi nel ruolo della direttrice mi raccontano le loro esperienze di detenzione. Se avrebbero preferito me? Forse, ma non mancano racconti di percorsi virtuosi e di cose buone, con ex detenuti che in carcere hanno preso un diploma o imparato un mestiere”, ha detto intervistata da “Radio 2 Social Club”.

E sul grande successo incassato racconta: “I numeri delle visualizzazioni sono straordinari, siamo ancora sotto choc – sottolinea – Il mio personaggio, che i detenuti ribattezzano punta e virgola perché claudicante a una gamba, mi ha suggerito un percorso di allenamento fisico speciale, direi al contrario, con un tutore, che mi è costato anche un piccolo infortunio”.

Ospite a “Radio2Social Club” c’era anche Valentina Romani, classe 1996, roman a che interpreta una rom che vive a Napoli: “Come ho fatto con il dialetto napoletano? Mi sono fatta aiutare dai ragazzi sul set e dalla troupe, con una serie di consigli, scoprendo però che ci sono mille varianti dalla città alla provincia, fino alle altre province. – racconta – E capitava così che se chiedevo qualcosa sul dialetto la risposta variava da interlocutore a interlocutore. Per fortuna al mio personaggio, Naditza, una zingara stanziale a Napoli che preferisce tuttavia l’ambiente del carcere minorile, non si chiedeva un dialetto pulito e perfetto, ma pieno di contaminazioni. Quanto alla napoletanità, credo sia soprattutto un’attitudine”.

E infine Raiz, che nella serie interpreta il capo-clan dei Ricci, papà di Ciro e Rosa: “Ho scritto diversi pezzi della colonna della serie sonora (composta da un totale di 33 tracce, ndr) insieme al compositore romano Stefano Lentini, partecipando alla sigla, ‘O Mar For)”.

Numeri da record di Mare Fuori

Grazie anche al passaggio su Netflix, dove le prime due stagioni sono tornate ai vertici della Top Ten con l’annuncio della terza stagione, la serie sta macinando visualizzazioni. I primi sei episodi di Mare Fuori sono stati rilasciati in streaming su RaiPlay il 1° febbraio raggiungendo il record di 8 milioni di visualizzazioni in 24 ore. Un record battuto il 13 febbraio con il rilascio degli ultimi sei che hanno superato i 12 milioni di visualizzazioni in 24 ore con 5.7 milioni di ore viste. Il pubblico per il 45% è composto da under 25. Il flusso di utenti è stato continuo con un picco raggiunto alle 21:00. Il 13 febbraio è diventata la giornata record per il tempo trascorso nella fruizione di contenuti digitali nel perimetro Auditel con una quota Rai sul consumo on demand dell’83%. Finora la serie ha raggiunto 54 milioni di visualizzazioni e 23 milioni di ore viste. C’è da avere dubbi su se qualcuno non abbia ancora visto i nuovi episodi e quindi accenderà la tv per farlo.

“Il grande successo su RaiPlay conferma che ‘Mare fuori’ è stata un’operazione particolarmente significativa nell’ambito delle scelte e del lavoro editoriale di Rai Fiction: una serie calata nella contemporaneità, innovativa e provocatoria”. Così la direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, ha commentato i numeri record fatti registrare su RaiPlay dai sei nuovi episodi della serie nella giornata del 13 febbraio. “Nel rifiuto di ogni stereotipo anche in un ambiente estremo come quello di un istituto di pena minorile – ha proseguito Ammirati – la serie rappresenta senza conformismi la ricchezza contraddittoria dell’adolescenza, lasciando aperta la via alla speranza e alla presa di coscienza. Ne siamo orgogliosi, anche per il modo in cui tutto questo viene raccontato e che non a caso ha colpito il pubblico più giovane”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.