Il post del magistrato: "È architrave della legislazione italiana"
Maresca contro la decisione della Consulta sull’ergastolo ostativo: “Spero non vanifichi norme antimafia”

“L’ergastolo ostativo era ed è l’architrave della legislazione antimafia italiana”. Il magistrato e sostituto procuratore della Procura generale di Napoli, nonché probabile candidato sindaco per il centrodestra del capoluogo campano, Catello Maresca, contesta la decisione della Corte costituzionale, che ieri si è riunita su input della Cassazione e ha stabilito che l’ergastolo ostativo è in contrasto con gli articoli 3 e 27 della Costituzione, oltre che con l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
In un post su Facebook Maresca si auspica che la decisione “non agevoli alcun colpo di spugna su norme che hanno consentito finora di contrastare in maniera efficace il fenomeno mafioso nel nostro Paese”.
Su una cosa è però d’accordo con la Consulta: “ci vuole una risposta adeguata e veloce del Legislatore”. In un nota i giudici hanno infatti specificato che la trattazione del tema è rinviata a maggio 2022 per consentire al parlamento di legiferare tenendo conto “sia della peculiare natura dei reati connessi alla criminalità organizzata di stampo mafioso, e delle relative regole penitenziarie, sia della necessità di preservare il valore della collaborazione con la giustizia in questi casi”.
L’eradicazione del “cancro mafioso” deve essere – per Maresca – una “priorità assoluta”, ma la Consulta non può girarsi dall’altra parte quando in nome di questa vengono violati trattati anche internazionali come la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Per Riccardo De Vito, giudice di sorveglianza e presidente di Magistratura democratica, “l’Italia non può essere un’isola in Europa”. La decisione implica poi che il ravvedimento di un mafioso può risultare sicuro anche quando non abbia utilmente collaborato con la giustizia.
“Vanno studiati percorsi tecnici e norme che devono inserirsi senza far danni nell’attuale sistema di contrasto alla criminalità organizzata”, scrive Maresca. “Norme – aggiunge – che sono state scritte col sangue di centinaia di imprenditori, poliziotti, carabinieri, finanzieri, magistrati, cittadini comuni, uccisi perché non hanno mai piegato la schiena davanti ai mafiosi”.
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