«Il compito della politica è far dialogare i due volti della città segnati dalle disuguaglianze: sarei contento anche se ci riuscisse la destra, ma Catello Maresca sbaglia a delegittimare il suo avversario». Berardo Impegno, già parlamentare del Pci e ideologo del Pd partenopeo, torna sul tema cruciale delle disuguaglianze: è lui che ha recentemente parlato di una Napoli divisa tra élite e plebe, suscitando l’ironia del pm candidato sindaco del centrodestra.
Maresca sostiene che lei sia rimasto indietro di 300 anni perché ha parlato di élite e plebe. Perché ha scelto queste parole?
«Perché non si tratta di parlare di chi abita dei luoghi fisici, cioè il centro o periferie. Qui si tratta di centro e periferia della società. Per élite intendo tutti coloro i quali sono garantiti nella società del nostro tempo, indipendentemente dalle professioni che svolgono e dai luoghi in cui vivono. Per plebe intendo, invece, coloro i quali non si considerano in condizione di sperare: sono i miserabili del nostro tempo».
Crede che qualche esponente di destra vicino a Maresca sarebbe dovuto intervenire?
«Certo. In politica la cosa peggiore è delegittimare il proprio avversario perché solo dalla legittimazione del competitor può emergere una soluzione valida per tutti».
Pensa che il tema della delle disuguaglianze sia sottovalutato dalla politica locale?
«Direi che è stato drammaticamente sottovalutato: gli “ultimi” sono stati abbandonati e c’è stata una crescita esponenziale delle disuguaglianze. Si sono accentuate le distanze tra i primi e gli ultimi».
Quali sono le disuguaglianze più evidenti?
«La mancanza di lavoro e quindi di prospettive, la mancanza di formazione con conseguente abbandono scolastico: disuguaglianza culturale, economica e di opportunità politiche, cioè impossibilità di accedere alle classi dirigenti».
Pensa che le disuguaglianze siano un tema solo di sinistra o anche di destra?
«È un problema di tutto il sistema. Il Movimento 5 Stelle e Luigi de Magistris hanno avuto una maggiore attenzione al tema degli ultimi, ma non hanno fornito soluzioni adeguate. Il sindaco, in particolare, ha dato una risposta estremistica e demagogica, per cui gli esclusi dovevano diventare gli alternativi al sistema, ma così lì ha soltanto isolati ulteriormente. Il M5S, invece, ha dato una soluzione assistenzialistica con il reddito di cittadinanza, finendo così per emarginare parte della popolazione. Bisogna far uscire dall’isolamento questa fetta della città».
In che modo?
«Occorre far dialogare queste due città. Per superare le disuguaglianze bisogna realizzare un grande piano per il lavoro, riorganizzare il sistema scuola, riconsiderare tutte le istituzioni culturali e mettere tali elementi in rete: è questo il compito della politica e sarei felice anche se venisse assolto dai miei avversari di destra».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.