La sentenza
Maria Paola morta dopo l’inseguimento in scooter, fratello condannato a 9 anni: era contrario alla sua relazione con un trans
Condannato a 9 anni e 6 mesi per l’omicidio della sorella e il ferimento del compagno transgender di quest’ultima. È questa la sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Napoli nei confronti di Michele Antonio Gaglione, il 32enne che nella notte tra l’11 e l’12 settembre 2020 aveva inseguito la sorella Maria Paola e il fidanzato Ciro Migliore, speronandoli e facendoli cadere dallo scooter sui cui viaggiavano ad Acerra, nell’hinterland napoletano.
La sorella 21enne finì contro un tubo dell’irrigazione che le tranciò la gola, Ciro riportò invece lievi lesioni. Gaglione, secondo quanto ricostruito dalle indagini, era contrario alla relazione tra i due e quando li vide assieme sullo scooter non esitò ad inseguirli in sella alla sua moto, provocando l’incidente e poi la morte della sorella.
La Corte d’Assise di Napoli (prima sezione presieduta da Teresa Annunziata) lo ha quindi condannato per omicidio preterintenzionale e lesioni, riconoscendo prevalenti le attenuanti generiche, essendo Gaglione incensurato. Accolta dunque la tesi degli avvocati difensori, Giovanni Cantelli e Domenico Paolella, con la derubricazione delle accuse: i sostituti procuratori di Nola avevano chiesto 22 anni di carcere per l’omicidio volontario della donna e il tentato omicidio di Ciro. Caduta anche l’aggravante dell’omofobia, contestata in un primo momento.
Secondo la Procura, Gaglione voleva dare “una lezione” alla sorella e così avrebbe inseguito e fatto cadere volontariamente dallo scooter Maria Paola e Ciro. Il 32enne ha sempre negato tale ricostruzione: “Volevo solo chiederle di tornare a casa: aveva fatto le valigie ed era scomparsa, gettando tutta la famiglia nella disperazione“, disse agli inquirenti.
Una morte, quella di Maria Paola, arrivata in un contesto difficile. La 21enne viveva, così come Ciro, nel Parco Verde di Caivano, ‘epicentro’ dello spaccio di droga nel napoletano. Il rapporto tra i due non era mai stato accettato dalla famiglia di Maria Paola, tanto che i due si erano trasferiti ad Acerra. Lo stesso Ciro Migliore è stato poi arrestato in una inchiesta per spaccio di droga nel febbraio 2021.
“Questa sentenza è un primo passo verso il riconoscimento della tesi dell’imputato che, certamente, non aveva la volontà di ammazzare nessuno“, ha spiegato l’avvocato difensore Cantelli. Gaglione è rimasto in carcere dal giorno dopo il fatto all’aprile scorso, quando la Corte d’Assise gli ha concesso gli arresti domiciliari. Le motivazioni della sentenza verranno presentate entro 90 giorni.
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