Rabbia, paura, ansia e incertezza sono le emozioni che caratterizzano questo periodo, ma al Mezzogiorno sono più forti e visibili che al Nord. “Il dato apparentemente in contrasto con la minore diffusione del contagio, potrebbe avere origine nei tratti culturali dell’interazione sociale che a sud si esprime di più nel senso della comunità e nelle reti di vicinato interrotte dal distanziamento sociale”. È quanto viene confermato dallo studio “Mutamenti Sociali in relazione al covid” di cui oggi il Riformista completa l’analisi, iniziata con gli articoli di ieri. I dati descrivono i profondi mutamenti comportamentali e le grandi differenze nelle reazioni emotive tra regione e regione, Lo studio ha evidenziato che in Campania, Sicilia e Calabria le emozioni sono decisamente più invasive ed accentuate.

“L’espressione delle emozioni e il linguaggio dei sentimenti al Sud sono più espressionistici- spiega il professor Marino Niola, antropologo e grande studioso dei comportamenti più personali degli individui – qui non c’è la censura delle emozioni e il culto del controllo che c’è invece al nord”. Si sa, al sud facciamo i “teatrini”, e se sono stati spesso oggetto di ilarità, dovremmo considerare invece anche il lato più serio e quasi terapeutico del nostro fare: “Nel Mezzogiorno abbiamo la tendenza alla teatralizzazione, ma è terapeutico- spiega Niola- serve a buttare fuori quello che proviamo e a evitare che i sentimenti repressi diventino esplosivi”.

Le emozioni mostrano un andamento inversamente proporzionale all’età: gli over 70 hanno un’intensità emotiva più bassa rispetto ai giovani fino a 29 anni. La fascia 30-49 anni prova paura con maggiore intensità. Analizzando poi i comportamenti degli abitanti della nostra Regione, si nota come abbiano quasi tutti seguito alla lettera le direttive imposte per il contenimento del contagio. “La Campania ha risposto molto bene anche alle restrizioni emanate del governo- continua Niola- dando un’ottima prova di sé. Merito anche del governatore De Luca che sa parlare molto bene ai campani, trasmettendo autorità e sicurezza”.

I termini scelti, il tono della voce e la gestualità sono componenti fondamentali di una corretta comunicazione. “De Luca ha un atteggiamento paterno verso i propri concittadini- spiega il prof.- l’abbiamo spesso sentito usare parole molto forti ma inaspettatamente, invece di provocare rabbia, hanno provocato tranquillità e senso di fiducia”.E forse ora abbiamo bisogno di questo: di regole e di un pizzico di ottimismo.

“Non date retta ai profeti di sventura- conclude Niola- guardate il bicchiere mezzo pieno, dopo la grande paura ci sarà la rinascita”. Marino Niola ci invita anche a guardare alle imprese dei nostri nonni che, prima di noi hanno fronteggiato epidemie e carestie, imparare da loro e vedere che alla fine del tunnel c’è stata la luce ci aiuterà in questo momento in cui tutto appare buio e senza speranza.