Salute
Mascherine ‘di Stato’ introvabili, accordo Arcuri-farmacie per la distribuzione di 10 milioni a settimana
Altre 10 milioni di mascherine da distribuire alle farmacie e da vendere al pubblico a 50 centesimi più Iva, in attesa che la tassa venga cancellata dall’esecutivi, come annunciato dal premier Conte. È questa l’intesa trovata dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri con Federfarma e l’Associazione Distributori di Farmaci (Adf): in particolare 5 milioni di mascherine chirurgiche saranno distribuite per i prossimi 7 giorni, e 10 milioni settimanali, a regime, dalla seconda metà di maggio. Stando all’accordo i farmacisti potranno pagare le mascherine all’ingrosso a 38-40 centesimi, con un guadagno quindi di circa 10 centesimi per ognuna.
Ad oggi infatti di mascherine a prezzo calmierato non c’è traccia, o quasi, nelle farmacie da Nord a Sud. Ieri era stato presidente di Federfarma Marco Cossolo a spiegare che “da almeno quindici giorni gli importatori non le consegnano più. Il motivo è pura economia di mercato: poiché due settimane fa è circolata l’indiscrezione che il governo ne avrebbe mitigato il prezzo, i broker hanno smesso di lavorare con l’Italia non potendo fissare un costo a loro conveniente. Quelle con marchio CE non si trovano e non mi interessa sapere la ragione. Quelle importate con autocertificazione non possono essere vendute, nonostante abbiamo magazzini pieni, perché l’Istituto superiore di sanità che deve autorizzarle non riesce ad evadere le pratiche. E infine le mascherine che Arcuri si è impegnato a rendere disponibili non sono ancora arrivate”.
Sempre FederFarma in una nota ha quindi ricordato che l’associazione “vuole porre l’attenzione sulle esigenze dei cittadini più fragili, immunodepressi, malati cronici e pazienti in cure chemioterapiche, confermando la propria disponibilità a distribuire gratuitamente ai soggetti aventi diritto le mascherine che perverranno dalla Pubblica Amministrazione”.
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