Massacrato in carcere, grave detenuto: orecchio tagliato, polmone perforato e braccio spezzato. Ciambriello: “Indulto o tragedie annunciate”

Una resa dei conti annunciata da giorni senza che all’interno del penitenziario venissero adottate misure di sicurezza o deterrenza, senza che fosse messa in atto alcun tipo di prevenzione né punizione (isolamento), come sempre più spesso avviene. E così uno scontro rientrato già sabato scorso, 19 ottobre, viene consumato nella serata di martedì 22, quando nel carcere di Bellizzi Irpino (Avellino) la spedizione punitiva nei confronti di un detenuto va a segno. Un’aggressione pulp, con un giovane di 24 anni che si ritrova in queste ore a lottare tra la vita e la morte in ospedale. Ha un orecchio tagliato, un braccio spezzato, un polmone perforato e ferite alla testa. Un massacro con i sindacati di polizia penitenziaria che puntano il dito contro sovraffollamento e personale esiguo, chiedendo (ora) al Dap, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, di inviare unità speciali Gom, il Gruppo Operativo Mobile, corpo speciale di Polizia penitenziaria, per ristabilire l’ordine e la sicurezza interna.

Aggressione pulp in carcere, la resa dei conti durata 4 giorni

Secondo quanto ricostruito dal Riformista con il garante dei detenuti della regione Campania Samuele Ciambriello, sabato scorso c’erano state le prima avvisaglie, con un detenuto (il 24enne) che aveva organizzato una spedizione punitiva in un altro padiglione. Sarebbe poi nata una vera e propria rissa, con alcuni reparti del carcere messi a soqquadro prima della mediazione della neo (e già temporanea, fino a dicembre) direttrice del carcere, coadiuvata dal comandante della polizia penitenziaria e dal cappellano. Le tensione però sarebbe solo parzialmente rientrata e alla prima occasione buona ecco arrivare la vendetta di un gruppo di detenuti che avrebbe agito quasi indisturbato, sfruttando l’esiguo numero di agenti penitenziari presenti.

A Bellizzi Irpino il ‘gioco’ delle evasioni

Da tempo, infatti, nel carcere avellinese la situazione è di emergenza totale. Negli ultimi mesi sono stati registrati due tentativi di evasione. Ad agosto un nuovo tentativo è andato a segno con un detenuto che riesce a scappare e a dileguarsi in bici (viene poi fermato dopo qualche oro). Poche settimane dopo il bis con un altro recluso che, a settembre, riesce a scavalcare il muro di cinta, allontanandosi. Anche lui fermato dagli agenti durante le ricerche partite nell’immediato.

Ciambriello: “900 detenuti devono scontare meno di un anno, perché sono dentro?”

Ciambriello è un fiume in piena. Da anni denuncia, denuncia, denuncia, aggiungendo ogni volta nuovi dettagli al grido d’allarme lanciato. “Sovraffollamento, mancanza di personale, pregresse evasioni”, poi la vergogna: “Su 8mila detenuti presenti in Campania, poco più di 900 devono scontare un anno (e non hanno reati ostativi che precludono l’accesso ai benefici penitenziari)”. Di questi “oltre 400 devono scontare appena sei mesi” sottolinea il garante prima dell’affondo: “Perché queste persone devono stare ancora in carcere dove la vita quotidiana è un inferno? Voglio capire se dipende dai magistrati sorveglianza, dai ritardi delle direzioni di ogni istituto perché non è possibile che in carceri così sovraffollate, dove è tutto sotto organico, non arrivi una risposta veloce per un residuo di pena da scontare ai domiciliari o in comunità”.

Ciambriello: “Mettere in campo l’indulto”

Per Ciambriello bisogna “mettere in campo l’indulto” prima dell’approvazione del decreto sicurezza dove “ogni forma di protesta, anche silenziosa, sarà punita”.  Tornando al tema del sovraffollamento, il garante rincara la dose: “In Campania ci sono 2mila detenuti in più nelle carceri e nessuno fa niente. Poi ci sorprendiamo di casi di malasanità, di violenze in cella e nei reparti e dello spaccio di droga. Bisogna ricordare – aggiunge – che le risorse di personale (agenti, psicologi, medici e infermieri) vengono stanziate, per quel che è possibile, in base alla capienza ufficiale di ogni istituto senza tener conto dell’affluenza reale, che va avanti da decenni”.

“Sedute psichiatriche in streaming per paura”

“Basti pensare – sottolinea – che a Benevento il sovraffollamento è del 200%. Vi rendente conto? Inoltre in provincia di Avellino l’asl pratica le visite psichiatriche in streaming perché i professionisti hanno paura di entrare in carcere, temono di essere aggrediti”.