Mattanza in carcere, garanti all’attacco: “Altri video raccapriccianti, agenti volevano distribuire giornali senza loro foto”

“Ci sono altri video raccapriccianti in possesso della Procura. Quelli che abbiamo visto sono solo una parte delle violenze“. E’ quanto sottolinea Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania, nel corso di una conferenza stampa insieme al garante di Napoli Pietro Ioia e alla garante di Caserta Emanuele Belcuore. A distanza di una settimana dal blitz di carabinieri e procura di Santa Maria Capua Vetere che, al termine di indagini complesse e ricche di depistaggi e tentativi di storture, hanno cristallizzato (grazie proprio ai video) la mattanza andata in scena il 6 aprile 2020 quando quasi 300 agenti pestarono a sangue altrettanti detenuti ristretti nel reparto Nilo del carcere casertano.

A distanza di una settimana, i garanti dei detenuti mantengono alta, come è giusto che sia, l’attenzione, nonostante le passerelle politiche di Matteo Salvini (“la vera mattanza è stata la rivolta dei detenuti”) e i tentativi della direttrice del carcere Elisabetta Palmieri e della stessa polizia penitenziaria di ridimensionare quanto accaduto. I giorni successivi all’esecuzione di ben 52 misure cautelari, nel carcere “Francesco Uccella” c’è stato un black out  “che  – spiega la garante Belcuore – non ha consentito ai detenuti di vedere i tg né sono stati distribuiti i giornali“. Il tutto per provare a oscurare quanto avvenuto nelle ore precedenti. “Sono balzata dalla sedia qualche detenuto mi ha anche detto che i giornali volevano pure distribuirli ma senza le foto degli agenti. Così – prosegue Belcuore – i detenuti mi hanno chiesto ‘dottorè scusate ma allora anche quando vengo arrestato dovete strappare la pagina del giornale?”.

I garanti chiedono di incontrare Dino Petralia, a capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), e contestano il trasferimento, avvenuto nei giorni scorsi, di 32 detenuti. “A loro non è stata data alcuna spiegazione. Devono tornare a Santa Maria Capua Vetere, per un anno sono stati a contatto con gli agenti ed ora sono stati traferiti, anche di notte, e senza spiegazione?” chiede Ciambriello che aggiunge: “Sono stati trasferiti, chi a Palermo, Palmi, Civitavecchia, Pesaro, Rieti o Modena”. “C’è preoccupazione da parte delle famiglie – incalza Emanuele Belcuore – che per un anno sono state costrette a fare delle videochiamate per parlare con i parenti detenuti e ora, quando si aprono le porte delle carceri, si prendono i detenuti e spostano a 600 chilometri di distanza”.

Belcuore poi denuncia altre violenze: “Mi hanno riferito che al carcere di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina, ndr), ex opg, succedono cose inaudite. Prego la magistratura di far luce. Molti familiari campani che hanno detenuti lì – prosegue – mi hanno detto succedono cose inaudite ho scritto spesso al garante Sicilia e mi rivolgo alla magistratura affinché  non ci sia una Santa Maria Capua Vetere due”.

Mattanza in carcere, le parole di Lamorgese e Cartabia

Sulla mattanza è intervenuta anche la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese: “Le immagini sul carcere di Santa Maria Capua Vetere non avrei mai voluto vederle” ma “bisogna anche dire che non possiamo criminalizzare un intero corpo della Polizia Penitenziaria sulla base di alcune persone”.

Intanto mercoledì 7 luglio la ministra della Giustizia Marta Cartabia incontrerà i sindacati della polizia penitenziaria e nei giorni successivi i provveditori degli istituti. “Le condizioni del carcere – ha detto la ministra – stanno suscitando in me grande apprensione. Sto seguendo personalmente l’evoluzione delle vicende che sono emerse negli ultimi giorni: vicende che debbono avere approfondimenti e ho convocato a giorni delle riunioni. Voglio approfondire con i rappresentanti della polizia penitenziaria, che incontrerò nei prossimi giorni, e con i provveditori con cui avrò uno scambio di informazioni e vedute nei giorni successivi. Uno scambio di informazioni per capire come sia stato possibile che succedessero fatti così gravi”.