Il punto saldo è Sergio Mattarella, la new entry è invece Giorgia Meloni, prima presidente del Consiglio in Italia a provenire con Fratelli d’Italia da una storia di postfascismo, tanto da mantenere nel simbolo del partito la ‘Fiamma’ del Movimento Sociale Italiano.
Sono commemorazioni a loro modo storico quelle di quest’anno per il 25 aprile, Festa della Liberazione dal nazifascismo. Il presidente della Repubblica come ogni anno questa mattina ha deposto una corona d’alloro sulla tomba del Milite ignoto, all’Altare della patria a Roma, in occasione del 78esimo anniversario della Liberazione.
Con lui c’erano appunto la premier Meloni, i presidenti di Camera e Senato Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa (quest’ultimo protagonista nelle scorse settimane di accese polemiche proprio sul tema dell’antifascismo e della Resistenza), oltre al ministro della Difesa Guido Crosetto.
Proprio Crosetto, assieme al capo di Stato maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone, ha accolto il presidente della Repubblica: il capo dello Stato ha quindi ricevuto gli onori militari e, successivamente, ha ascoltato l’Inno nazionale.
Premier Meloni che, dopo la lettera sul 25 aprile al Corriere della Sera, è tornata sulla commemorazione della Festa di Liberazione sui propri social, pubblicando alcune foto della celebrazioni della mattinata in piazza Venezia assieme al Capo dello Stato Mattarella.
“Da presidente del Consiglio – scrive Meloni -, ho affidato alle colonne del Corriere alcune riflessioni che mi auguro possano contribuire a fare di questa ricorrenza un momento di ritrovata concordia nazionale nel quale la celebrazione della nostra ritrovata libertà ci aiuti a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. E lo faccio con la serenità di chi queste riflessioni le ha viste maturare compiutamente tra le fila della propria parte politica ormai 30 anni fa, senza mai discostarsene nei lunghi anni di impegno politico e istituzionale“.
Mattarella, assieme al ministro Crosetto, si recherà poi a Cuneo per rendere omaggio al Monumento della Resistenza, visiterà in forma privata il Museo Casa Galimberti, quindi al Teatro Torselli interverrà alla cerimonia commemorativa del 25 aprile.
Nel pomeriggio, a partire dalle 15.30, Mattarella sarà a Borgo San Dalmazzo, al Memoriale della deportazione Museo Memo4345, che racconta la Shoah e ricorda in particolare gli ebrei deportati da questo paese. Poi sarà a Boves al Monumento alla Resistenza. Qui si consumò un massacro di civili innocenti da parte dell’esercito nazista il 19 settembre 1943. Altri due eccidi, sempre nello stesso paese della provincia di Cuneo, avvennero tra il 31 dicembre 1943 ed il 3 gennaio 1944. A scatenare i rastrellamenti e la repressione dei militari tedeschi furono il rapimento di due soldati delle SS e la morte di un terzo per mano della formazione partigiana locale comandata da Ignazio Vian, una delle prime a sorgere in Italia.
Alle Fosse Ardeatine di Roma, luogo simbolo della Resistenza dove il 23 marzo 1944 le truppe di occupazione tedesche giustiziarono 335 persone come rappresaglia per l’attacco partigiano di via Rasella, hanno sfilato il ministero degli Esteri Antonio Tajani, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, dove hanno deposto una corona di alloro al mausoleo.
“La libertà è un valore che non può conoscere frontiere o divisioni di parte. Abbiamo il dovere di difenderla ogni giorno con le nostre azioni, le nostre scelte, il nostro impegno e anche con quello che insegniamo ai nostri figli“, ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dopo aver deposto una corona d’alloro al mausoleo dei Martiri alle Fosse Ardeatine. “Siamo qua perché questa è la commemorazione della giornata della liberazione dal nazifascismo – ha aggiunto il vicepremier -. Questo è il luogo dove hanno riscattato l’onore dell’Italia tutti questi caduti. Non è il luogo dove fare polemiche, ma dove difendere i valori e rispettare il dolore delle famiglie“.