"Non fu una parentesi"
Mattarella cita Levi e indica la strada: “Mai più Auschwitz, fermare i nuovi antisemiti”
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«Mai più». Sergio Mattarella invita tutti a ripetere oggi con più forza e determinazione quel richiamo che venne dopo l’orrore di Auschwitz. In occasione dell’80esimo anniversario della liberazione del campo nazista il capo dello Stato ha partecipato, in Polonia, alla cerimonia a cui erano presenti capi di Stato e di governo provenienti da decine di paesi. «Un momento storico di straordinaria importanza» lo descrive Mattarella, un evento per «rinnovare un patto tra le nazioni e i popoli che, in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando accende una speranza».
Per la cerimonia al Quirinale, che si è svolta un giorno dopo il Giorno del Memoria, sono intervenuti la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, e il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. In prima fi la la premier Giorgia Meloni, i ministri Tajani, Crosetto e Piantedosi. Quest’anno la protagonista è Liliana Segre che il Presidente della Repubblica difende dagli «inaccettabili insulti razzisti» e avverte: «occorre mettervi un argine. Sono reati gravi, che vanno perseguiti a tutela della libertà e della giustizia». La preoccupazione di Mattarella è per quello che avviene oggi, per il rischio che certe tentazioni razziste riemergano, «un risorgente antisemitismo che va respinto con forza» perché «Auschwitz non è una parentesi, per quanto orribile. Alberga nel fondo dell’animo dell’uomo – avverte -. E’ un monito insuperabile e, insieme, una tentazione che sovente affiora».
Auschwitz, ricorda ancora Mattarella «è la conseguenza diretta delle leggi razziste, ignominiosamente emanate anche in Italia dal regime fascista e della furia antiebraica nazista, di cui il regime fascista e la Repubblica di Salò furono complici e collaboratori, fino alla ‘soluzione finale’». Complicità che per la prima volta anche Meloni ha pronunciato ieri e che oggi ha aggiunto: «Penso che sia molto importante in questo momento attualizzare questo racconto: è una di quelle battaglie che non si finisce mai di combattere». Non dimenticare gli orrori del passato, dice infatti Mattarella, serve a impedire il «rischio concreto che torni in auge, nella società così come nei rapporti internazionali, il nefasto criterio espresso dalle parole ‘mors tua, vita mea’, sempre foriero di tragedie. Avremmo invece bisogno, tutti e in ogni parte del pianeta, di una nuova stagione all’insegna del dialogo, della collaborazione, della comprensione».
Di qui il valore delle testimonianze dei sopravvissuti che Mattarella accoglie ogni anno con affetto al Quirinale che, come Liliana Segre, con il loro «impegno di memoria e di verità, le parole preziose, che non sono mai di odio, di vendetta, ma di giustizia, di umanità, di speranza» hanno costruito «un ponte con le nuove generazioni, trasferendo coraggio, passione, amore per la libertà, ripulsa per l’ingiustizia e la sopraffazione». Il Presidente della Repubblica incita alla fi ducia e “nella vigilanza attiva delle forze politiche e sociali”. “Ripetiamo allora anche noi – è quindi il suo invito – quel grido forte e alto, che proviene, ogni giorno e per sempre, dal recinto di Auschwitz: Mai più!»
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