La cerimonia di consegna del ‘Ventaglio‘ da parte dell’Associazione stampa parlamentare è un’occasione simbolica di incontro tra le istituzioni della Repubblica e i giornalisti. Ma il messaggio che il presidente Sergio Mattarella ha voluto mandare è stato tutt’altro che simbolico. Il capo dello Stato è intervenuto parlando della libertà di informazione, sottolineando il lavoro essenziale dei giornalisti e commentando l’aggressione al cronista di La Stampa di Torino, Andrea Joly. Lo ha fatto in un modo che non ha lasciato spazi a interpretazioni parziali o tanto meno a giustificazioni, il contrario di quanto fatto dalla seconda carica dello Stato ieri, il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Mattarella mette una pezza alle parole di La Russa: “Aumentano aggressioni e intimidazioni a giornalisti”

“Va sempre rammentato che i giornalisti si trovano ad esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all’articolo 21 della nostra Carta fondamentale, con un ruolo democratico decisivo. Si vanno infittendo, negli ultimi tempi, contestazioni, intimidazioni, quando non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti. Ma l’informazione è esattamente questo, come anche a Torino nei giorni scorsi: documentazione di ciò che avviene, senza obbligo di sconti“, ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Alla libertà di opinione si affianca la libertà di informazione, cioè di critica, di illustrazione di fatti e di realtà. Si affianca, in democrazia, anche il diritto a essere informati in maniera corretta. Informazione, cioè, anche come anticorpo contro le adulterazioni della realtà. Operare contro le adulterazioni della realtà costituisce una responsabilità, e un dovere, affidati anzitutto ai giornalisti” ha aggiunto l’inquilino del Quirinale. Poi la specifica: “Ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”.

Mattarella contro odio e violenza: in giro molti apprendisti stregoni

Mattarella nel suo intervento si è soffermato sulle spirali di violenza di questo tempo: “Occorre adoperarsi sul piano culturale contro la pretesa di elevare l’odio a ingrediente, a elemento legittimo della vita: una spinta per retrocedere nell’inciviltà. Si registrano anche un crescente antisemitismo, l’aumento dell’intolleranza religiosa e razziale, che hanno superato il livello di guardia. Un odio che viene spesso alimentato sul web, che va non soltanto condannato ma concretamente contrastato con rigore e severità”. “Vi sono, in giro per il mondo, molti apprendisti stregoni, incauti nel maneggiare, pericolosamente, gli strumenti che generano odio e violenza” ha detto ancora il presidente della Repubblica. E poi Mattarella ha citato alcuni episodi di violenza politica: “C’è un altro aspetto inquietante: il diffondersi di una sub cultura che si ispira all’odio. Una violenza che, come lei ha detto, da verbale diventa frequentemente fisica”. Da “il tentativo di grave attentato a Trump“, a quello dello slovacco Fico, dall’ex sindaca – qui l’inciso di Mattarella “si può ancora dire”, in riferimento alla proposta di legge della Lega per vietare l’uso del femminile – di Berlino Giffey, dal marito di Nancy Pelosi. “È fondamentale e doveroso ribadire la condanna ferma e intransigente nei confronti di questa drammatica deriva di violenza contro esponenti politici di schieramenti avversi trasformati in nemici”.

Redazione

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