È durato circa un’ora l’incontro al Quirinale tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e quello del Consiglio, Giorgia Meloni, svoltosi nello studio alla Vetrata al termine della riunione del Consiglio supremo di difesa. Al centro del colloquio i principali temi dell’agenda di governo e in particolare la questione giustizia dopo le accese polemiche degli ultimi giorni. Un colloquio tra Mattarella e Meloni definito cordiale e costruttivo.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha illustrato gli esiti del vertice Nato di Vilnius. Il Consiglio ha poi esaminato la situazione della guerra in Ucraina e ha ribadito la ferma condanna dell’aggressione operata dalla Federazione Russa e il sostegno all’Ucraina nella sua difesa contro l’invasore.

Il rispetto della libertà, della sovranità democratica, dell’integrità territoriale e dell’indipendenza degli Stati sono valori fondanti dell’Unione europea e condizioni essenziali per l’ordine internazionale e la convivenza pacifica dei popoli. Il Consiglio è stato parimenti concorde sull’importanza di richiedere la massima attenzione verso le iniziative tendenti a individuare sentieri di dialogo tra le parti che permettano di giungere a una pace giusta e duratura, in conformità al diritto internazionale.

Da fonti di governo si apprende solo che è stato un incontro ad “ampio raggio”, come avviene di frequente, sui temi al centro dell’agenda di governo, quindi anche la giustizia. Proprio questo era il tema più “caldo”, dopo le polemiche sui casi Santanchè, Delmastro e La Russa che hanno agitato l’esecutivo e aperto uno ‘scontro’ tra governo e magistratura.

Ieri, parlando a Vilnius al termine del vertice Nato, la premier aveva assicurato di non volere “alcun conflitto” con le toghe, intestandosi però la nota informale di Palazzo Chigi della scorsa settimana in cui si accusava parte della magistratura di fare “opposizione” e “campagna elettorale”.

Ad alzare la tensione, poi, è arrivata anche l’uscita del ministro della Giustizia Carlo Nordio sulla necessità di “rimodulare” il concorso esterno in associazione mafiosa, ipotesi subito stoppata dal sottosegretario alla Presidenza (e magistrato) Alfredo Mantovano.

In questo clima sono stati letti come due segnali il fatto che Mattarella non abbia ancora firmato il Ddl di riforma della giustizia per l’invio alle Camere e che ieri, proprio mentre Meloni parlava in conferenza stampa, avesse ricevuto Margherita Cassano, Prima Presidente della Corte di Cassazione e Luigi Salvato, Procuratore Generale della Corte di Cassazione.

Non è escluso che, nel corso del colloquio, il capo dello Stato – che è anche presidente del Csm – abbia auspicato un abbassamento dei toni, anche per mettere le Camere in grado di esaminare con la necessaria serenità la riforma. Sul via libera alla presentazione alle Camere infatti è difficile che il capo dello Stato abbia nulla da eccepire visto che poi toccherà al parlamento pronunciarsi, si tratta di un ddl e non di un decreto che entra immediatamente in vigore. Inoltre non è escluso che nel percorso tra le due Camere anche il governo possa modificare le sue intenzioni iniziali.

Meloni ha poi ragguagliato Mattarella sugli esiti del vertice Nato, con l’Italia che ha portato avanti una linea di massima unità dell’Alleanza nel sostegno all’Ucraina ma ha anche chiesto maggiore attenzione al fianco Sud dell’Europa. Probabile che abbia anche comunicato a Mattarella l’invito ricevuto alla Casa Bianca da Joe Biden per il 27.

Ha poi aggiornato Mattarella sull’attuazione del Pnrr. Due giorni fa il governo ha approvato le modifiche agli obiettivi previsti per ottenere la quarta rata, su cui sarà necessario un confronto con Bruxelles, mentre ancora si attende lo sblocco della terza. Meloni ieri ha assicurato di essere “ottimista” per entrambe le tranche, anche se l’opposizione chiede di fare chiarezza

L’intervento di Giorgia Meloni al comizio di Vox

La premier è intervenuta a sorpresa al convegno di Vox, il partito di destra spagnolo: “Mi auguro che Vox abbia un ruolo importante nel prossimo governo. È arrivato il tempo dei patrioti, in Italia, in Repubblica ceca, abbiamo fatto capire che siamo in grado di governare. La vostra vittoria può dare impulso a tutta l’Europa”, ha detto intervenendo collegata in videoconferenza nel corso di una manifestazione elettorale del leader Santiago Abascal. Immancabile un richiamo alle politiche migratorie: “È fondamentale che i nostri due paesi lavorino insieme a difesa delle nostre frontiere, contro l’ìmmigrazione irregolare. È arrivato il momento di fare attenzione a ciò che importa, alla sicurezza delle nostre strade”.

Redazione

Autore