Il caso
Maturità, raffica di insufficienze alla versione di greco. Studentessa fa scena muta all’orale per protestare: “La commissaria aveva litigato col nostro prof”
Un’ottima studentessa, una promessa dello sport con un futuro già assicurato in un’università americana, ha scelto di fare scena muta all’esame orale di maturità. Una protesta silenziosa e irriverente che rispecchia l’animo della sua classe, profondamente turbata dopo che una commissaria esterna avrebbe distribuito nella seconda prova – a detta degli studenti – insufficienze gratuite alla maggior parte dei maturandi.
La commissaria esterna
Voti ingiusti ed umilianti. Nella III A del liceo classico Foscarini la versione di greco, sarà per sempre un brutto ricordo per 10 dei 14 candidati. Studenti bravi, che si erano presentati all’esame forti di un gran numero di crediti scolastici e con la sicurezza di aver svolto il giorno precedente un buon tema. Ma non sarebbe il presunto brano attribuito a Platone a compromettere il loro quinquennio – la traduzione che pesa per 20 centesimi d’altronde non presentava particolari insidie -, quanto a loro dire il giudizio ricevuto da chi ha dovuto correggere il compito. La commissaria esterna di greco, in arrivo dal Franchetti di Mestre ha distribuito insufficienze a bizzeffe.
Le motivazioni delle insufficienze, il futuro in Ohio
Un metodo di correzione per niente imparziale, che avrebbe, secondo gli studenti, radici più profonde. Qualche anno fa la stessa insegnante, la professoressa Carmelita Pettenà, del Franchetti, era già stata assegnata come commissaria esterna di maturità al Foscarini e aveva avuto delle discussione con il commissario interno di materie classiche. Lo stesso che quest’anno ha portato la III A all’esame. “Era entrata in conflitto con il nostro professore di latino, Francesco Chiaro. Con noi si è tenuta bassissima con i voti. Nell’altra sezione è stata più clemente”. Da qui la protesta di Linda Conchetto, diciottenne del Lido di Venezia, figlia di una laureata in lettere classiche, studentessa dai buoni voti e promessa dell’atletica leggera nel mezzofondo. Una carriera sportiva che le ha già garantito l’iscrizione alle Miami University nell’Ohio con borsa di studio per meriti sportivi.
La scelta di fare scena muta
“Non era una versione particolarmente difficile e rifacendola a casa con mia madre, ho individuato solo un ‘vero’ errore. Non mi spiego la votazione – racconta al Corriere del Veneto -, le tante insufficienze. Io mi presentavo con 8 in greco in pagella, ho preso 6.5.”. Ma il caso più eclatante è quello di un suo compagno che si presentava con il 7 e nel compito ha avuto un punteggio corrispondente al di 3,5. “A quel punto, spiazzata, sarei stata la prima dell’istituto a sostenere l’orale. Ho scelto di fare scena muta, di non dire niente per protestare contro quelle valutazioni, sicura che nonostante la correzione ingiusta avevo già raggiunto il minimo per essere promossa. Volevo superare i 90, mi accontenterò forse di poco più di 60. Mia sorella minore frequenta la stessa scuola, non voglio che subisca una simile ingiustizia, mi sono sentita mancata di rispetto, non potevo rimanere inerme”.
Il caso aperto
Ancora qualche giorno per la fine degli orali di maturità, poi Linda guarderà i quadri e scoprirà il suo voto. In ogni caso annuncia già le prossime mosse: “Chiederà di accedere agli atti, ma non prevedo di fare il ricorso. Potrebbe compromettere in qualche modo il resto della classe”. Verificherà le correzioni. E poi bisognerà vedere cosa decideranno di fare i suoi compagni.
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