Nell'incidente morirono 32 persone
Mauro Moretti condannato a 5 anni per la strage di Viareggio: la sentenza per l’ex AD di Ferrovie nell’Appello bis

Cinque anni di reclusione per Mauro Moretti. È questa la decisione dei giudici di Firenze nei confronti dell’ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato e Rfi, a processo nell’Appello bis per la strage ferroviaria di Viareggio (Lucca) del 29 giugno 2009, in cui morirono 32 persone a causa del deragliamento e l’esplosione di un treno che trasportava gpl.
Moretti è stato condannato per disastro ferroviario colposo, incendio e lesioni colpose, escludendo invece la dell’omessa disposizione della riduzione della velocità dei convogli merci, uno dei profili colposi su cui la Cassazione aveva chiesto di valutare nel merito. Dichiarato estinto per prescrizione invece il reato di omicidio colposo, con giudici di Firenze che così hanno seguito le indicazioni della Cassazione.
Un processo in cui Moretti, diversamente dai precedenti gradi di giudizio, aveva rinunciato ad avvalersi della prescrizione. Nel primo Appello era stato condannato a 7 anni, mentre nel processo bis disposto dalla Cassazione la procura generale aveva chiesto 6 anni e 9 mesi.
La Cassazione in particolare aveva dichiarato prescritti gli omicidi colposi, a seguito dell’esclusione dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro, e quindi ordinato un nuovo processo per rideterminare le pene.
Le altre condanne
Quanto alle altre condanne per i 16 imputati a processo, i giudici della corte d’Appello hanno condannato Vincenzo Soprano, ex Ad di Trenitalia, e Michele Mario Elia, a 4 anni, 2 mesi e 20 giorni; Mario Paolo Pizzadini, manager di Cima Riparazioni, a 2 anni, 10 mesi e 20 giorni; Daniele Gobbi Frattini, responsabile tecnico Cima riparazioni, a 2 anni, 10 mesi e 20 giorni; Mario Castaldo, ex direttore divisione di Cargo Chemical, a 4 anni.
Condanne anche per dirigenti e tecnici di aziende ferroviarie austriache e tedesche addette al controllo e alla manutenzione dei carri merci: Uwe Kriebel, operaio dell’officina di Junghental addetto ai controlli, 4 anni e 5 mesi; Helmut Broedel, funzionario dirigente dell’officina Junghental di Hannover, 4 anni, 5 mesi e 20 giorni; Andreas Schroeter, tecnico di Junghental, 4 anni e 8 mesi; Peter Linowski, Ad di Gatx Rail Germania, 6 anni; Rainer Kogelheide, Ad di Gatx Rail Austria, 6 anni; Roman Meyer, responsabile flotta carri di Gatx Austria, 5 anni, 6 mesi e 20 giorni; Johannes Mansbart, manager Gatx Rail Austria, 5 anni e 4 mesi.
La Corte d’appello ha assolto invece Francesco Favo, ex responsabile certificazione sicurezza di Rfi (la Procura aveva chiesto 3 anni e 9 mesi (4 anni); Emilio Maestrini, ex responsabile sicurezza di Trenitalia (la Procura aveva chiesto 3 anni e 8 mesi); Joachim Lehmann, supervisore di Junghental (il Pd aveva chiesto una condanna di 6 anni e 9 mesi (7 anni e 3 mesi).
Le parole di Moretti in aula
Moretti al momento della lettura della sentenza non era presente in aula, al contrario di questa mattina quando ha rilasciato dichiarazioni spontanee accolto dalle proteste dei parenti delle vittime.
Nel suo intervento in Aula, Moretti si era difeso sottolineando che “da amministratore delegato di Rfi non potevo essere autore della politica di investimenti sul trasporto ferroviario merci né passeggeri. Non me lo consentiva la legge. Ogni politica in merito era compito di Trenitalia e delle altre imprese ferroviarie”, una dichiarazione per contestare le ricostruzioni processuali dell’accusa che gli attribuivano responsabilità su presunti contenimenti dei costi col mancato rinnovo del parco carri.
Moretti aveva inoltre spiegato che in questi anni gli erano state attribuite “frasi e comportamenti non rispettosi del vostro dolore, frutto di quel tragico disastro. Sono stato additato come persona fredda, insensibile; talvolta perfino disumana. Io, non mi riconosco in quella descrizione. Sento il dovere di dire che, se comunque, la rappresentazione di quelle frasi e quei comportamenti hanno causato in voi dolore e risentimento, non c’era nessuna intenzione da parte mia di suscitarli. E per ciò – le parole rivolgendosi ai familiari delle vittime – vi chiedo scusa”.
(in aggiornamento)
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