Esteri
Maxi scambio di prigionieri tra Ucraina e Russia, giallo sul numero dei soldati liberati. Zelensky: “Dobbiamo riportare a casa tutti”
Mentre la guerra continua, centinaia di soldati sono tornati in patria. Ucraina e Russia hanno infatti annunciato un nuovo scambio di prigionieri di guerra che ha interessato 207 soldati di Kiev e 195 di Mosca. Almeno secondo quanto detto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il ministero della Difesa russo, invece, ha dichiarato che lo scambio si è svolto alla pari: 195 soldati per parte. A parte il giallo sul numero dei coinvolti, si tratta del 50esimo scambio dal febbraio del 2022, quando la Federazione russa ha invaso l’Ucraina.
Scambio di prigionieri, l’annuncio di Zelensky
Il presidente Zelensky ha annunciato lo scambio, scrivendo sui suoi canali social: “I nostri sono a casa. 207 ragazzi. Li riportiamo a casa, qualunque cosa accada. Ricordiamo ogni ucraino in cattività. Sia guerrieri che civili. Dobbiamo riportarli indietro tutti. Ci stiamo lavorando”. Poi Zelensky ha voluto ringraziare anche chi è stato protagonista delle negoziazioni di questo scambio: “La squadra ucraina ha fatto un altro ottimo lavoro. Budanov, Yermak, Usov, Maliuk e Klymenko. Ben fatto!”. Secondo il commissario per i diritti umani ucraino Dmytro Lubinets si tratta del 50esimo scambio di prigionieri dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022.
La versione della Russia
Il ministero della Difesa russo ha invece reso noto che “195 soldati russi sono stati restituiti dalla prigionia” in Ucraina mentre “sono stati consegnati esattamente 195 prigionieri di guerra delle forze armate” di Kiev”. Quindi resta un piccolo giallo sul numero dei soldati ucraini realmente liberati e riportati in patria.
Rimane comunque una buona notizia lo scambio dei prigionieri, a pochi giorni dallo schianto di un aereo russo sopra Belgorod in cui secondo Mosca si trovavano decine di prigionieri ucraini in attesa della liberazione. Una versione che l’Ucraina ha sempre rigettato, sostenendo di aver abbattuto l’aereo che in realtà trasportava missili e armi, tanto da chiedere alla Russia di pubblicare le foto dei corpi delle presunte vittime. Prove finora mai arrivate. Ma quell’episodio aveva fatto temere per il buon andamento di altri scambi di prigionieri.
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