La sentenza dopo carcere e gogna
Maxigara Consip da quasi 3 miliardi: Alfredo Romeo assolto “perché il fatto non sussiste”
I giudici del tribunale di Roma hanno assolto l’imprenditore ed editore de Il Riformista Alfredo Romeo nell’inchiesta Consip relativa al filone della gara FM4, dal valore di oltre due miliardi e settecento milioni di euro, indetta dalla centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana nel 2014. Romeo era imputato per turbativa d’asta ed è stato assolto, perché “il fatto non sussiste”, dai giudici del tribunale capitolino presieduto dalla dottoressa Valentini.
Romeo era difeso dagli avvocati Giandomenico Caiazza ed Alfredo Sorge. Smentita anche in questo processo l’impostazione accusatoria della procura di Roma che aveva infondatamente contestato il reato di turbativa d’asta all’imprenditore napoletano pur in assenza di qualsivoglia elemento a carico. Accertata ancora una volta la correttezza dell’operato della società Romeo Gestioni nella gara FM4 come già acclarato in altri giudizi.
Romeo venne addirittura arrestato il primo marzo del 2017 e dopo oltre tre mesi di carcere a Regina Coeli e due agli arresti domiciliari, il tribunale del Riesame di Roma (dopo che la Cassazione aveva accolto l’istanza presentata dai legali di Romeo) dispose l’annullamento dell’ordinanza (perché non esistevano le esigenze cautelari) e la riabilitazione delle imprese dell’imprenditore napoletano.
I giudici hanno fatto cadere le accuse anche per gli altri 11 imputati tra cui l’imprenditore Ezio Bigotti, difeso in giudizio dall’avvocato Cesare Placanica.
Lo scorso novembre, in un altro filone dell’inchiesta Consip, Romeo è stato condannato a 2 anni e sei mesi con l’accusa di corruzione per aver favorito la sua società che è stata però assolta. La sentenza di primo grado è stata emessa dall’ottava sezione penale del Tribunale di Roma dopo una camera di consiglio durata oltre due ore. Condanna dimezzata rispetto alla richiesta della Procura capitolina che aveva chiesto una condanna a 4 anni e 10 mesi. L’accusa è passata da corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio alla corruzione per l’esercizio della funzione. Si tratta della tranche del procedimento che coinvolgeva anche l’ex dirigente della centrale unica di acquisti della Pubblica amministrazione, Marco Gasparri. Quest’ultimo ha accusato l’imprenditore di avere ricevuto da lui, dal 2012 al 2016, complessivamente 100mila euro in cambio di notizie e aiuti relativi ai bandi di gara in Consip. I giudici hanno escluso la responsabilità della società Romeo Gestioni e disposto un provvisionale per Consip di 150 mila euro. Per Romeo stabilità l’incapacità a contrarre con la pubblica amministrazione per un anno e la confisca di 100mila euro.
“La Romeo Gestioni s.p.a. prende atto con estrema soddisfazione del dispositivo pronunciato oggi dal Collegio Penale del Tribunale di Roma, presieduto dalla dott.ssa Roja, con cui, a chiusura del procedimento Consip, avviato nel 2017, la società è stata completamente prosciolta da ogni ipotesi accusatoria perché, come chiarito dal Collegio espressamente nel detto dispositivo, l’illecito amministrativo contestato è risultato insussistente”. E’ quanto riporta una nota della Romeo Gestioni. “Per conseguenza, – prosegue la nota – il Tribunale ha disposto l’immediata restituzione alla società dell’intera somma di circa 3 milioni di euro versata nel 2017 per decisione del Gip del Tribunale di Roma”.
“Abbiamo la certezza che nei gradi successivi sarà affermata senza alcuna riserva l’innocenza del nostro assistito anche in relazione alla residua ipotesi di reato per la quale ha subito la odierna condanna”. E’ quanto affermava lo scorso novembre l’avvocato Alfredo Sorge, difensore insieme a Caiazza, dell’imprenditore Alfredo Romeo. Difensori che “prendono atto del drastico ridimensionamento delle originarie accuse contestate e della piena assoluzione della società del gruppo Romeo”
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