Il presidente della comunità ebraica di Milano
Meghnagi: “I pro-Pal il 25 aprile vogliono scatenare la violenza, cercano visibilità. Silenzio Netanyahu su Papa? Beghe di partiti”
“Sobrietà? Vorrei una festa normale, non è chiedere troppo”. Scatta l’allarme sull’odio in piazza contro la Brigata: “Gli antagonisti sono utili idioti che stanno con Hamas”

Mentre infuria la polemica sulla «sobrietà» delle celebrazioni del 25 aprile, tornano alla mente le vergognose immagini dello scorso anno. Tra insulti agli «ebrei» e un accoltellamento in piazza Duomo, i facinorosi pro-Pal si sono infiltrati nei cortei e hanno dato sfogo alla loro violenza. Verbale e fisica. Walker Meghnagi, presidente della comunità ebraica di Milano, lancia l’avvertimento: anche domani gli estremisti proveranno a rovinare la Festa della Liberazione.
Considerando il lutto nazionale per il Papa, il governo invita alla «sobrietà» nei festeggiamenti della Liberazione. È d’accordo?
«Io vorrei tanto un 25 aprile normale, senza aggettivi. Come il 4 luglio negli Stati Uniti o il 14 luglio in Francia. Vorrei un giorno in cui tutti gli italiani mettessero da parte le bandiere per onorare i caduti e i combattenti che, a rischio della loro vita, hanno contribuito a liberare il Paese dalla dittatura nazifascista. Non mi pare di chiedere troppo».
La Brigata ebraica scenderà in piazza il 25 aprile o si tirerà indietro se il clima dovesse diventare sempre più preoccupante nelle prossime ore?
«La Brigata ebraica ci sarà, come sempre. Forse non tutti hanno capito l’importanza di riconoscere quei sionisti che volontariamente hanno lasciato casa propria per venire a liberarci. Dovrebbe essere qualcun altro a non venire al corteo, al limite…».
Si riferisce ai pro-Pal che potrebbero infiltrarsi e rovinare la Liberazione?
«Ogni anno provano a politicizzare il 25 aprile. Noi restiamo fedeli alla Storia, con la S maiuscola, per celebrarla e difenderla. Loro cercano di negarla, cancellarla, cosa che fanno tutti i regimi totalitari a cui loro – non a caso – si ispirano. E infatti non condannano mai Hamas e Khamenei. Mai dimenticherò i ringraziamenti espliciti che Khamenei fece ai manifestanti pro-Pal occidentali. A dimostrazione di quanto siano utili idioti di un regime che opprime le donne, gli studenti e tutti i propri cittadini».
Mi sta dicendo che antagonisti e teppisti stanno già pianificando tutto?
«Certo, ogni anno ci provano. Per loro è intollerabile che chi ricorda le democrazie partecipi al 25 aprile. Non è un caso che negli ultimi anni attaccano non solo la Brigata ebraica, ma anche la comunità ucraina. Questi antagonisti odiano la democrazia, ma la storia insegna che arriveranno solo guai a lasciare il campo a piccole minoranze violente. Del resto, ricordo sempre che l’associazione “Cambiare rotta” ha fatto mille manifestazioni ed eventi violenti nelle università e fuori; ha così guadagnato tante ospitate televisive, ma alle elezioni in Statale non ha fatto un eletto. La gente normale capisce che sono pieni di odio, e non li vota».
Possiamo immaginare che una certa sinistra criticherà gli agenti se useranno la forza per respingere gli estremisti…
«Credo che le nostre forze dell’ordine siano tra le migliori d’Europa. Se guardiamo alle immagini che arrivano da altri Paesi come Francia e Germania, vediamo molto più vigore e determinazione contro i violenti. La verità è che i nostri agenti sono un presidio democratico che va tutelato, altro che contestato».
L’anno scorso un membro della Brigata ebraica è stato accoltellato in piazza Duomo, e anche quest’anno piovono insulti contro «gli ebrei». Perché la Liberazione è diventata una festa così divisiva?
«Perché è una festa splendida, dai grandi contenuti. Purtroppo chi viene a fare casino ottiene una visibilità che altrimenti non avrebbe. Sono dei parassiti del 25 aprile, con tutto il rispetto per i parassiti che almeno lo fanno per vivere. Ormai viviamo un periodo storico dove l’ego prevale perfino sulla celebrazione dei caduti. Provo tristezza per queste persone, che non hanno rispetto neppure per gli eroi della Resistenza».
Tornando al Papa, Israele ha cancellato il post di cordoglio e il silenzio di Netanyahu si fa sempre più assordante. Francesco non era ben visto dallo Stato ebraico?
«Un conto sono le beghe dei partiti, un altro è lo Stato ebraico. Il presidente dello Stato di Israele, che rappresenta l’unità nazionale, ha onorato come si doveva Papa Francesco. Così come lo hanno onorato le comunità ebraiche italiane e l’intero rabbinato italiano. Il rabbino Capo di Roma sabato sarà al funerale di Papa Francesco nonostante la religione ebraica vieti la partecipazione ai funerali durante lo Shabbat. Pensate che il rabbino Capo Riccardo Di Segni, vista l’eccezionalità dell’evento, ha sentito le autorità rabbiniche europee e israeliane e ha deciso così insieme a loro di rendere omaggio al Papa».
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