Il precedente del caso Friedman
“Melania Trump escort”, la voce costata 3 milioni di dollari

Ha chiesto scusa Alan Friedman per la sua uscita su Melania Trump. Il giornalista e commentatore politico l’aveva definita una “escort” commentando le sue immagini mentre lasciava la Casa Bianca con il Presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump, suo marito. “Donald Trump si mette in aereo con la sua escort e vanno in Florida”. A poco è servito il tentativo di correggersi: “ehm, la moglie…”. Ancora meno un secondo di addossare la responsabilità a un problema di traduzione. Una bufera.
Si è scusato poi Alan Friedman. E la questione è diventata politica, con la destra a chiedere l’indignazione della sinistra, la sinistra a sentirsi dare delle accusa di femminismo a targhe alterne, la Rai a prendersi buona parte delle critiche. Non è la prima volta che Melania Trump è raggiunta da tali insinuazioni. L’ex First Lady, lontana anni luce da queste polemiche, almeno per il momento, modella, imprenditrice, in fuga dall’ex Jugoslavia comunista: il suo un sogno Americano non meno di quello del marito tycoon. La rampa di lancio tra Milano, Parigi e New York. E quindi, mentre il marito correva per la Casa Bianca, raggiunta dalla rivelazione totalmente infamante del The Daily Mail nell’agosto 2016.
L’articolo scriveva che Melania aveva lavorato per un servizio di escort quando faceva la modella. Citando in giudizio il Daily Mail e General Trust la causa, chiedendo 150 milioni di dollari di risarcimento, accusava anche il media di aver pregiudicato un’opportunità di lavoro di valore multimilionario. Il 18 febbraio la causa venne modificata, spostando il focus sul disagio emotivo. Un paio di mesi è durata la cosa: risolta tra le parti con un “accettiamo che le accuse mosse alla Signora Trump non sono vere, le ritiriamo e le ritrattiamo … abbiamo raggiunto un accordo a pagare i danni”. L’accordo raggiunto tra le parti, come riportato da Reuters, è stato di 2,9 milioni di dollari.
Un caso che ha preceduto quello di Friedman. Il giornalista e analista politico in prima battuta si era giustificato: “Stavo traducendo dall’inglese. La parola che volevo usare era accompagnatrice, mi è uscito escort”. E poi si è scusato, ritrattando tutto, riconoscendo la sparata fuori luogo: “Ho fatto una battuta infelice, di pessimo gusto, è andata male. Sai che sono contro i misogini e i maschilisti”, ha aggiunto in diretta a L’aria che tira a Myrta Merlino. Per il caso il direttore di Rai1 Stefano Coletta è stato convocato in commissione di Vigilanza Rai martedì prossimo, 26 gennaio, alle ore 20. Sul tavolo non solo la questione relativa a Friedman: la discussione riguarderà, come anticipato dall’AdnKronos, anche il capitolo ‘sicurezza’ del Festival di Sanremo, i mancati spazi di approfondimento della rete ammiraglia in casi come quello dell’assalto a Capitol Hill e altre questioni.
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