Il discorso della premier
Meloni a New York vuole guidare, ma con Elon Musk deve stare attenta alle trappole cinesi
Caro direttore,
ho apprezzato il discorso all’ insegna dei valori della libertà e dello stato di diritto pronunciato da Giorgia Meloni a New York in occasione della consegna del premio dell’Atlantic Council. È un ulteriore segno che il Presidente del Consiglio sta cercando di rilanciare in Europa il conservatorismo liberale di impronta anglosassone. È una grande tradizione della destra europea che si è andata affievolendo nell’ultimo decennio a vantaggio di posizioni estremiste (e filo russe) come quelle di AFD in Germania, di Victor Orban in Ungheria, Vox in Spagna e di Matteo Salvini in Italia.
A New York Giorgia Meloni ha anche ribadito il valore del patriottismo che tuttavia non è prerogativa di una parte politica, ma fondamento dell’unità nazionale come tante volte hanno ricordato i Presidenti Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Ciò che, invece, suscita perplessità è la decisione di Giorgia Meloni di farsi consegnare il premio da Elon Musk. Non mi riferisco alle elezioni presidenziali americane. Alcuni mesi fa quando lo ha scelto la leader di Fratelli d’ Italia non poteva sapere che l’amministratore delegato di Tesla avrebbe appoggiato e finanziato Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca.
Il punto è un altro. Elon Musk ha da anni profondi legami con la Cina che suggeriscono grande prudenza. La Farnesina avrebbe dovuto avvertire il Presidente del Consiglio che Elon Musk intrattiene “relazioni pericolose” con il Partito Comunista cinese in aree sensibili come ha recentemente ricordato Spectator. Se davvero ha l’ambizione di “guidare e non seguire” Giorgia Meloni dovrebbe prestare maggiore attenzione alle trappole del Dragone.
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