Era apparsa inizialmente misericordiosa, provando a dare fiducia a quel ministro che, tra gaffe, fischi censurati da mamma Rai e libri non letti ma votati, si era reso protagonista di uscite e performance sferzanti che hanno fatto passare completamente in secondo piano il lavoro fatto al ministero della Cultura in questi primi due anni di governo. Troppo però è stato l’imbarazzo creato da Gennaro Sangiuliano alla premier Giorgia Meloni che alla fine è stata costretta a chiedere e ottenere le sue dimissioni per la vicenda legata all’imprenditrice (diventata influencer nel giro di pochi giorni) Maria Rosaria Boccia. 

Così venerdì 6 settembre arriva la lettera di Sangiuliano che annuncia il passo indietro che solleva tutti, maggioranza di governo in primis. Un lungo tira e molla quello con il ministro napoletano che ha tentato fino alla fine di restare in Consiglio dei Ministri mentre Meloni aveva già concordato tutto con il Quirinale per la nomina di Alessandro Giuli. Passano meno di 24 ore è la stessa premier prova a gettare benzina sul fuoco, derubricando la vicenda Sangiuliano a una questione privata trasformata in “fatto pubblico” dalla “forte campagna mediatica”.

Bastone e carota con Sangiuliano, per Meloni (in pubblico) resta “vicenda privata”

Bastone in privato, carota in pubblico per Sangiuliano che in realtà spacciava Maria Rosaria Boccia per sua collaboratrice, facendosi accompagnare in giro per l’Italia ad eventi che chiedevano e ottenevano (pagando viaggio e soggiorno) la partecipazione del ministro della Cultura, di un suo collaboratore (che era la Boccia) e di un agente della sicurezza. Insomma ridurre tutto a vicenda privata è decisamente fantasioso. Detto questo Meloni, intervenuta al Forum Ambrosetti di Cernobbio, rassicura tutti sulla tenuta del suo Governo con una massima, “è morto il re, viva il re. Si è dimesso un ministro, buon lavoro al nuovo ministro”, e una statistica, “oggi guido il nono governo più longevo della storia. Se arrivo a Natale sarà il sesto. Pasqua? Non l’ho calcolato perché sono scaramantica… poi quando supero il Natale mi studio la Pasqua; la stabilità è la chiave di volta. Al di la della battuta – ha aggiunto – bisogna pensare a quanto questo ci è costato”.

Meloni conferma: “Mentre aspettavate dimissioni io era già al Quirinale per nuovo ministro”

Meloni, intervistata dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, ripercorre gli ultimi giorni di Sangiuliano ringraziandolo per “l’ottimo lavoro” spiegando i motivi che l’hanno spinta, inizialmente, a non accettare le dimissioni: “C’è stata una forte campagna mediatica che ha trasformato una questione privata in un fatto pubblico. E’ un precedente al quale non intendo prestarmi, ed è la ragione per la quale inizialmente non ho accettato le dimissioni”) del ministro Sangiuliano. Dimissioni che sono state imposta a Sangiuliano così come la premier lascia intendere: “Ieri, quando ancora la stampa aspettava le dimissioni di Sangiuliano, io ero già al Quirinale a firmare la nomina del nuovo ministro. Intendo fare il mio lavoro, farlo bene e fino alla fine della legislatura“. Dimissioni -aggiunge – “accettate quando le ha presentate come irrevocabili perché voleva liberarsi dalla condizione di ministro perché capiva, come capisco io, che l’autorevolezza del governo non poteva continuare ad essere sottoposta a questa pressione mediatica”.

Meloni: “Boccia, la mia idea di donna è diversa”

Premier che dedica un passaggio anche Maria Rosaria Boccia, la donna che dal 26 agosto è uscita allo scoperto affossando di fatto, almeno per ora, la carriera politica di Sangiuliano. “Non credo di dover battibeccare con questa persona. Ma lo dico per le tante donne che hanno guardato a questa vicenda come l’ho guardata io. La mia idea su come una donna debba guadagnarsi uno spazio nella società è diametralmente opposto di quella che ha questa persona”.

Meloni che prima del suo intervento a Villa d’Este, ha incontro il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky: “Abbiamo discusso di come continuare a lavorare per arrivare a una pace giusta”. E ribadito “la centralità del sostegno all’Ucraina nell’agenda della presidenza italiana del G7 e il continuo impegno a favore della legittima difesa dell’Ucraina e di una pace giusta e duratura”.

 

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