Si può dire molto della combattiva Giorgia Meloni, arrivata al potere partendo dal basso e che si è fatta largo nell’agone politico con il sudore e con l’impegno. Ora che è premier però alla fin fine Meloni si trova sempre più a proprio agio nei salotti tv amici, quelli in cui non rischia di avere brutte sorprese. Come in quello di Quarta Repubblica, in onda su Rete 4, dove la premier – ospite da Nicola Porro – ha snocciolato la propria visione su tutti i temi centrali dell’attualità politica.

L’attacco della Lega a Mattarella, la posizione di Meloni

Sul caso che da ieri tiene banco, ovvero l’offensiva della Lega contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per Meloni “è abbastanza normale” il fatto che tutti i giornali abbiano aperto sulla richiesta di dimissioni provenienti dal leghista Claudio Borghi. “Chiaramente diventa polemica politica, poi siamo in campagna elettorale. Io sono stata molto contenta che Salvini abbia chiarito perché era importante farlo particolarmente nella giornata del 2 giugno, secondo me un giorno in cui bisogna evitare il più possibile le polemiche”, ha detto la premier tenendosi molto sul vago, anche perché il chiarimento che è arrivato dal ministro dei Trasporti non è stato molto netto.

Poi Meloni se la prende, tanto per cambiare, con la sinistra: “Sul presidente Mattarella io ci vedo, devo dire continuamente, un tentativo di tirarlo nell’agone della politica, di raccontare di presunte divergenze con il governo e credo che diciamo al fondo di questa strategia ci sia il premierato”. La presidente del Consiglio ha spiegato che non hanno puntato al semipresidenzialismo alla francese per venire incontro alle opposizioni che chiedevano di “non toccare i poteri del presidente della Repubblica: ho deciso di cambiare riforma e loro non hanno fatto in tempo ad aggiornare la strategia, per cui continuano a nascondersi, a trincerarsi dietro la difesa del Capo dello Stato, i cui poteri non sono stati toccati e nel fare questo, secondo me, mancano anche di rispetto al Presidente della Repubblica che non dovrebbe essere tirato in queste beghe politiche per la debolezza dei partiti”.

Le dimissioni di Giorgetti

Riguardo al retroscena pubblicato da la Repubblica oggi di un possibile passo indietro del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, Meloni è sarcastica: “Ho sorriso”. “Lui ha smentito, ovviamente. Lo smentisce se non lo pensa, se lo avesse pensato non lo avrebbe smentito. È semplice, mi pare ci siano quotidiani che più di raccontare la realtà è come se fosse un libro dei desideri” ha detto, aggiungendo una reinterpretazione del noto proverbio sulla gazzella e il leone in Africa: “Ogni giorno in Italia un ministro si sveglia e sa che deve smentire un articolo di Repubblica. È la verità, leggo milioni di ricostruzioni false, mai esistite. Molte neanche le smentisco più”.

Quella “stronza della Meloni” a De Luca

Spazio anche a quanto successo con il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e alla provocazione ormai celebre del “Quella stronza della Meloni”. “Ci ho pensato mentre ero in macchina e mi hanno detto c’è il presidente De Luca”, ha ribadito. “Leggo poco, soprattutto gli articoli che parlano di me. Però ogni tanto mi arrivano le ricostruzioni su come sarebbero maturate le cose che io faccio e sono geniali: riunioni, studi, società pagate… Non ho consulenti americani. Io sono una persona molto spontanea e mi sono data una regola: sii te stessa, perché tanto non puoi sembrare una persona diversa. Forse lo puoi sembrare nel breve periodo, ma penso che la gente debba sceglierti o non sceglierti guardando effettivamente a chi sei. Quindi se mi viene in mente di fare una cosa, tendenzialmente io la faccio. Se una cosa mi fa sorridere, ci sorrido sopra” ha dichiarato Meloni sempre a Quarta Repubblica.

La censura di Saviano e Scurati è pubblicità

Altro tema caldo è la presunta censura su scrittori e artisti critici sul governo: “Su Saviano e compagnia, al di là del tema amichettismo, censura, destra o sinistra, io ci vedo soprattutto pubblicità”. “Lei – ha chiesto Meloni a Nicola Porro – sapeva che Saviano ha scritto un altro libro? No, neanche io. Adesso lo sappiamo. Lei sapeva che Scurati aveva scritto un altro libro prima che ci fosse la polemica sulla censura? Questa roba qui serve a fare pubblicità. Quando uno ha da presentare qualcosa di nuovo, mette in moto tutto il can-can della censura per fare pubblicità. Bellissimo, giusto e anche intelligente però non la chiamiamo rivoluzione. Si chiama guadagnare di più, ed è un’altra cosa” ha concluso lapidaria la premier.

Meloni e il referendum sul Premierato: faccio il contrario di Renzi

Nel suo intervento da Porro, Meloni ha poi parlato del tema politico caldo: la riforma del premierato. “Io me la rischio, come si dice a Roma. Sto rischiando e chi se ne frega? Meglio andare a casa che stare qui a sopravvivere, non crede?” ha detto Meloni. All’ipotesi delle dimissioni ventilata dal conduttore in caso di sconfitta ha risposto così: “Io andrò a casa eventualmente tra cinque anni, quando gli italiani decideranno di scacciarmi con libere elezioni, se decideranno di farlo. Ma tra cinque anni”.

“Adesso purtroppo non mi posso dimettere neanche volendo, perché tra le poche regole che mi sono date nella vita c’è quella di fare esattamente il contrario di quello che ha fatto Matteo Renzi…” ha poi aggiunto la premier, commentando le dichiarazioni del leader di Iv per cui “se un presidente del Consiglio perde il referendum su una legge del governo, va a casa”. “Quindi io, anche volendo non potrei farlo… Ma in ogni caso al di là delle battute, io continuo a tentare di spiegare che questo non è un referendum su di me, perché la riforma non è su di me” ha concluso Meloni.

Redazione

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