I risultati dell’inchiesta
Meloni, Gioventù nazionale e le famiglie infelici. Quando la radice dell’antisemitismo frutta marciume e posture grottesche
Commentando le corbellerie nauseanti di alcuni membri di Gioventù nazionale fatte di Sieg Heil, inni al duce, insulti e derisioni contro gli ebrei, un amico scuote la testa ricordando il Tolstoj kareniano: “Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”. Vero è che sinistra e destra, nel nostro paese e non solo, continuano a produrre esemplari di incoscienza politica fino all’idiozia criminale, salvo poi lamentarsene quando il fenomeno diventa palese e assumere un contegno stupito e imbarazzato. I risultati dell’inchiesta di Fanpage attestano cosa ben nota ma mai sufficientemente ribadita: la radice nera dell’antisemitismo è ancora in grado di produrre marciume lessicale e posture grottesche. Una buona parte dei giovani e giovanissimi frequentatori dell’organizzazione di Fratelli d’Italia riesuma e nutre pensieri, sentimenti ed espressioni di lontana tradizione familiare che quei nipotini ora ripetono con protervia meccanica e sconsiderata leggerezza.
Bene ha fatto Giorgia Meloni, che guida partito e governo, a stigmatizzare in modo inequivoco quelle forme e bene fanno a unirsi nel biasimo, ci auguriamo non solo formale, i rappresentanti di quella formazione politica sotto le cui ceneri è chiaro che sia ancora attiva molta brace. E aggiungiamo però che a poco serve rinfacciare ai propri avversari una speculare forma di oscenità, tanto più perché mascherata ed esibita senza pudore ma anzi rivendicata in nome di principi di lotta contro i ‘genocidi’, gli ‘occupanti’ e via dicendo. I due fenomeni – senza che questo termine li riduca a un numero circense – non solo non si annullano reciprocamente ma semmai moltiplicano i danni soprattutto nelle fasce meno attrezzate e più povere di cultura politica ed etica.
Il commento di Liliana Segre
La senatrice Liliana Segre ha commentato con parole angosciate che vorremmo consolare, ricordando a lei e a noi tutti che a differenza di un tempo, in questo Occidente confuso e autolesionista è in crescita non solo una tendenza antisemita declinata in varie e ampie forme, ma altresì una consistente e reale preoccupazione capace di individuare e denunciare gli aspetti espliciti e nascosti dell’antisemitismo, riconducendoli sì a un passato orrendo ma riconoscendone altresì un legame con un grave e ringhioso presente. Per farla breve: non ci resta che lavorare molto. E questo faremo, ognuno come sa e come può, rispondendo non solo al tribunale volubile della storia ma a quello ben più autorevole che è dentro ognuno di noi, che ci interroga tutti i giorni e che qualcuno chiama coscienza.
© Riproduzione riservata