Nel “Si&No” del Riformista spazio al viaggio della premier in Albania: giusta la ‘fuga’ di Giorgia Meloni? Favorevole il direttore responsabile del Riformista Andrea Ruggieri secondo cui “la presidente del Consiglio ha fatto bene a far visita a Rama e ad affrontare temi d’interesse nazionale“. Contraria la giornalista Claudia Fusani che sottolinea nel suo articolo “tutto quello che non torna del viaggio di Meloni in Albania“.

Qui il commento di Andrea Ruggieri:

Non ho ben capito perché la premier italiana Giorgia Meloni non possa andare in visita qualche giorno in Albania, e fare tappa in qualche località turistica albanese (cosa che confesso di non aver capito se abbia fatto o meno, peraltro). Invitata dal Presidente albanese, Edi Rama, grande amico dell’Italia peraltro, la Meloni ha sicuramente affrontato temi di interesse nazionale. Ma quand’anche si fosse concessa un bagno nelle acque albanesi, dove sarebbe il problema?
Perché le vacanze vanno fatte solo in Italia? Ma che cavolata è? Giorgia Meloni di lavoro fa la premier, e nel tempo libero può fare ciò che vuole, dove vuole. La storia dell’italianità, per cui le vacanze le devi fare tutte e solo in Italia (dove lei peraltro le sta anche facendo, visto che è in Puglia) è una balla penosa da social.

Ma che non regge a una banalissima obiezione: qualcuno dei suoi inflessibili censori, propugnatori del ‘consuma solo italiano’, per caso si rifiuta di indossare scarpe Nike o Adidas e sceglie marchi italiani per le sue sneakers? Evita di comprare IPhone e sceglie uno smartphone italiano? Beve il chinotto al posto della Coca Cola? Compra solo capi di abbigliamento italiani? Evita di mangiare da McDonald’s e preferisce un baracchino italiano? Ma non diciamo fesserie. La Meloni, come chiunque altro, sia libera di andare dove vuole. Non ho mai sentito polemiche in Germania, o in Francia, perché Angela Merkel e Nicolas Sarkozy amavano andare in vacanza rispettivamente a Ischia, in Italia, e a Miami, in Florida. Io trovo che sia giustissimo invece che chi guida l’Italia dia uno sguardo a posti diversi, e perché’ no ne tragga, se necessario, ispirazione.
Non vedo perché’ rompere le scatole a lei, che è stata qualche giorno in Albania, paese con cui l’Italia vanta un rapporto di parentela incredibile, peraltro.
Fa bene a dare un’occhiata approfondita all’Abania perché continuerà il suo cammino di crescita importante del mediterraneo e nel mercato dei balcani. Come ha fatto sapere anche lo stesso Presidente albanese Edi Rama, in un post molto autocelebrativo, l’Albania è un caso da studiare, e presto diventerà una temibile nostra concorrente sul fronte turismo, che gli albanesi hanno individuato, giustamente, come industria, e non solo come inclinazione, come facciamo noi.

L’Albania è un paese del tutto desindacalizzato, con burocrazia quasi zero, un’età media giovanissima, dove tutti parlano almeno l’italiano, oltre l’inglese, e c’è un’alacrità incredibile. Dopo anni di delocalizzazione di aziende italiane che godevano dell’agilità e della convenienza fiscale albanese, ma anche del costo del lavoro ridicolo (fino a sette, otto anni fa, un operaio aveva un costo azienda di 350 euro al mese) sono in arrivo parecchi investimenti esteri pesantissimi, che vogliono valorizzare la zona a sud di Valona, rendendola indipendente logisticamente da Tirana. Solo a Valona, da cui nel 1991 salpava la Vlora, con a bordo 30mila disperati diretti verso l’Italia di cui vedevano la televisione e in cui sognavano di poter costruire per se stessi una vita migliore, nei prossimi cinque anni gli americani costruiranno un aeroporto, gli arabi un porto enorme, gli albanesi stenderanno una superstrada che consentirà di raggiungere le spiagge di Dhermi e Saranda, al confine con la Grecia, di fronte a Corfù, stupende, in un’ora di macchina.

I beach club sono già pronti e bellissimi, gli hotel sono in costruzione (anche quelli, meravigliosi), il mare è come quello italiano, il livello dei ristoranti si sta alzando vertiginosamente, ma tutto costa un quinto rispetto all’Italia. Meglio dargli un’occhiata oggi, all’Albania. Servirà a capire che molto vicino a noi le cose si fanno eccome, che questo frutta crescita per gli ultimi della società, che cosi diventa più forte, e che presto l’italianità, se non si da una mossa, avrà un concorrente temibile in più. Altro che ciance.