Schema bocciato dai telespettatori
Meloni istituzionale annoia, i discorsi di Schlein incomprensibili: la Rai non si presti al gioco di FdI e del Pd
Giorgia contro Elly. Schlein versus Meloni. La premier e la segretaria del Pd sono le migliori nemiche della politica italiana. Si sono scelte come avversarie e in tanti spingono per il nuovo bipolarismo tutto al femminile. Da alcuni giornali fino al principe della Rai meloniana, Bruno Vespa. C’è un problema però. Se una parte dell’establishment e le due interessate sognano una polarizzazione che tagli fuori gli altri partiti, sono i telespettatori e, dunque, gli elettori a bocciare questo schema. Meloni che a fatica indossa i panni della figura istituzionale annoia. I discorsi di Schlein sono incomprensibili ai più. Ed ecco servito il flop su Rai1. Le due leader si sfidano in differita mercoledì sera nello speciale di Porta a Porta sulle vittime di mafia.
La presidente del Consiglio e la segretaria dem intervengono in prima serata con due contributi registrati in due momenti diversi. Eppure l’incrocio a distanza non ha suscitato la curiosità o l’interesse del pubblico. Infatti, nonostante il bis d’assi, Vespa si aggiudica un deludente 6,1% di share. Il che vuol dire 966mila spettatori. Poco più di Aldo Cazzullo, che su La7 ci ha raccontato l’attacco di Via Rasella e le Fosse Ardeatine nel suo programma Una Giornata Particolare. Forse mancavano le domande, forse gli italiani avrebbero voluto un confronto diretto tra le due leader. O, più probabilmente, il bipolarismo Meloni-Schlein esiste solo nei desiderata di Fratelli d’Italia e del Nazareno. La scelta di concedere uno spazio esclusivamente al capo del governo e alla leader del Pd pone anche dei problemi di par condicio, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee, ma anche regionali e amministrative.
Lo denuncia il senatore Matteo Renzi, presidente di Italia Viva. “Rai1 con Bruno Vespa ha scelto di regalare alla coppia Meloni Schlein una incredibile e assurda visibilità in prima serata ai danni degli altri schieramenti. Mai si era violata la par condicio in modo così smaccato”, twitta Renzi. Che invita i vertici Rai a riflettere su queste scelte editoriali: “La percentuale di ascolto è stata semplicemente imbarazzante. Questo non è servizio pubblico. E in Viale Mazzini qualcuno dovrà prima o poi rispondere di questo modo di procedere che causa un danno alle casse e alla credibilità dell’azienda”.
Vespa, di certo non ostile a Meloni, secondo le malelingue, si è limitato a interpretare la strategia della premier in vista delle prossime elezioni europee. Ovvero puntare alla polarizzazione dello scontro con Schlein, che è l’avversaria perfetta per il capo del centrodestra. La segretaria dem incarna una sinistra piuttosto settaria e la contraddistingue l’eloquio fumoso. Rappresenta il contraltare perfetto per installarsi a Palazzo Chigi anche dopo la fine di questa legislatura.
Di conseguenza bisogna tagliare fuori gli altri leader. Da Renzi a Salvini, fino a Conte. Proprio quest’ultimo è stato al centro di un piccolo giallo su Atreju, la festa di Fratelli d’Italia. Dopo il rifiuto di Schlein, i meloniani avevano invitato il leader del M5s sul palco dell’evento di FdI, in programma a Roma dal 14 al 17 dicembre. Conte aveva detto sì, ma ai piani alti di Via della Scrofa hanno subito cambiato idea. Meglio di no. E c’è chi sospetta che lo stop all’ex avvocato del popolo italiano sia un altro tassello del progetto di Meloni, che punta al duello esclusivo con Schlein a sinistra. La leader del Pd, però, dopo qualche tentennamento dell’ultima ora, rinnova la sua indisponibilità a partecipare ad Atreju: “Il confronto lo facciamo in Parlamento. Peraltro non era un invito al confronto con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e avveniva in giorni in cui venivano nuovamente calpestate da questa maggioranza le prerogative parlamentari”. Tra le righe si legge, quindi, che Schlein si sarebbe confrontata volentieri con Meloni. E infatti si rincorrono le voci su un dibattito tv a due tra la premier e la segretaria prima del voto per le europee. Speriamo solo che la Rai non si presti al gioco di FdI e del Pd.
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