La sindrome dell’assedio. Giorgia Meloni prova a spostare l’attenzione dai problemi principali che affliggono il governo che presiede (la realtà di una legge bilancio ‘lacrime e sangue’ e l’emergenza migranti), rilanciando e attaccando le opposizioni che, secondo la premier, “vorrebbero un governo tecnico”, con la sinistra “che ha già la lista dei ministri”. Per Meloni e il suo partito, Fratelli d’Italia, lo spread che sale non preoccupa. Non c’è nessun pericolo – a detta sua – di rivivere il refrain del governo Berlusconi che 2011 andò a casa ‘grazie’ ai mercati, lasciando poi l’Esecutivo al tecnico Mario Monti. Sull’aumento dello spread, arrivato a quasi a quota 200, anche in virtù del forte indebitamento dell’Italia, Meloni rassicura: “Questa preoccupazione la vedo soprattutto nei desideri di chi immagina che un governo democraticamente eletto che sta facendo il suo lavoro che ha stabilità e una maggioranza forte, debba andare a casa per essere sostituito da un governo che nessuno ha scelto”.

Da Malta dove ha partecipato ai lavori dell’Euro Med9 con il presidente Francese Emmanuel Macron, il primo ministro maltese Robert Abela e Ursula Von Der Leyen, presidente della commissione europea, Giorgia Meloni urla al complotto: “A me diverte molto il dibattito, già si fanno i nomi dei ministri e dei governi tecnici” perché “i soliti noti vorrebbero il governo tecnico e la sinistra ha già la lista ministri” ma “temo che questa speranza non si tradurrà in realtà, l’Italia rimane solida e ha una previsione di crescita superiore alla media europea anche per il prossimo anno, superiore alla Francia e alla Germania”. La premier, resasi conto dei paletti presenti e, dunque, dell’impossibilità di realizzare quanto promesso nei mesi scorsi e in campagna elettorale, assicura che la prossima legge di bilancio sarà “estremamente seri” con “la Nadef“, lasciato presentare alla stampa al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, “che racconta dei numeri seri in previsione di una legge di bilancio estremamente seria”. La premier aggiunge: “Voglio tranquillizzare, il governo sta bene la situazione è complessa e l’abbiamo maneggiata con serietà l’anno scorso, e quest’anno. Lo spread che lanciate come se fosse la fine del Governo Meloni stava adesso a 192 punti, a ottobre scorso era a 250 e durante l’anno precedente al nuovo governo è stato più alto e i titoli non li ho visti. So leggere la politica e so leggere la realtà: la sinistra continui a fare la lista dei ministri del governo tecnico che noi intanto governiamo”.

Poi rilancia e stuzzica le opposizioni (e forse lo stesso alleato Salvini, più volte ‘bacchettato‘ in questi giorni perché continuamente alla ricerca di ‘consenso’): “Ma il governo tecnico da chi dovrebbe essere sostenuto, da quelli del superbonus? È lì che vedo un problema per i conti pubblici italiani non in chi le poche risorse che ha le spende per metterli nei redditi più bassi senza lasciare voragini per ci viene dopo”. Infine un appello all’Ue: “Non possiamo tornare alle regole del precedente Patto di stabilità, sarebbe per le nostre economie molto pesante da affrontare. Dobbiamo saper immaginare nuove regole che sostengano i grandi obiettivi strategici che ci siamo dati, questi obiettivi devono essere riconosciuti e protetti, servono nuove regole che sostengano le grandi scelte strategiche che ci siamo date. Abbiamo parlato di transizione verde, l’Italia la sostiene purché venga fatta con intelligenza. Non dobbiamo mai dimenticare che la sostenibilità ambientale deve viaggiare di pari passo con quella economica e sociale, continuiamo a sostenere la neutralità tecnologica per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati”, ha aggiunto.

Sulla questione migranti ribadisce: “Chi pensa che il problema dei migranti possa essere rinchiuso entro i confini di una nazione europea prende un abbaglio. Senza risposte strutturali prima saranno travolte le nazioni di primo approdo, ma poi tutti quanti verranno travolti da questo problema”. Secondo Meloni “nella dichiarazione finale ci sono molti elementi seri, concreti, sulla questione migratoria. La strada da seguire è il contrasto all’immigrazione illegale, lotta senza quartiere ai trafficanti e andare alle cause dei fenomeni di migrazione. Ribadiamo che l’unico modo per aiutare i più fragili davvero, a partire da chi ha diritto alla protezione internazionale, è ricondurre la questione migratoria a un fenomeno di legalità. In Europa non si entra illegalmente, non sono i trafficanti a decidere chi entra, e dall’altra parte bisogna dare risposte serie a un’Africa che è sempre più in difficoltà”.

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