Già dalle prime ore del mattino Bagnoli è blindata, un quartiere completamente militarizzato. Le camionette della Polizia non si contano, neanche quelle dei Carabinieri, il tratto di strada che da via Posillipo porta all’inizio di via Pozzuoli è invaso da forze dell’ordine. Perché? Perché Giorgia Meloni ieri chiudeva la sua campagna elettorale a Napoli, all’Arenile di Bagnoli. Perché questo dispiegamento di agenti? Perché l’ha chiesto lei. Giorgia di rosa vestita arriva nel quartiere rosso e i contestatori insorgono. Assurdo, vero? Non se lo aspettava nessuno… Ecco perché è stata la stessa leader di Fratelli d’Italia a chiedere una muraglia cinese a difesa del suo ultimo comizio.

E allora vi chiederete, perché ha scelto di parlare proprio dal palco dell’Arenile, proprio dal centro di un quartiere esasperato e che da decenni prende a calci la destra? Perché fa gioco, perché sapeva che sarebbero arrivati i contestatori (e sono arrivati) e sapeva che la giornata avrebbe fatto scalpore. Una provocazione che non ha nulla di provocante: l’intento è evidente. E così Giorgia, che questa volta ci ha risparmiato il ritornello: sono una madre, sono cristiana, sono italiana e ha anche lasciato in pace i migranti e gli omossessuali, è salita sul palco dell’Arenile intorno alle 16. Ha chiesto scusa per l’orario scomodo e ha subito detto che avrebbe avuto poco tempo a disposizione per i suoi sostenitori napoletani. Nessun bagno di folla, tanti giovani, due o tre domande, una battuta su Enrico Letta, un balletto e via. Ovviamente prima di posare il microfono ha urlato: se vinciamo noi, è finita la pacchia. Nel frattempo, i contestatori bloccati sapientemente all’ingresso dei cancelli della location flegrea hanno fatto sentire la loro voce, bandiere, striscioni, cori, un lenzuolo che sbucava da una finestra con la scritta in rosso: bella ciao.

I contestatori c’erano e hanno spiegato anche i motivi del loro dissenso, si leggono chiaramente nero su bianco dalla pagina Facebook di Iskra: “Una leader di destra che viene a chiudere la propria campagna elettorale in questo luogo e in un quartiere operaio martoriato dalle politiche affariste e speculative è uno schiaffo a tutti coloro i quali subiscono quotidianamente i ritardi della bonifica che non c’è stata. Dopo le recenti contestazioni l’entourage di Fratelli d’Italia ha scelto Bagnoli per chiudere la campagna elettorale chiedendo a gran voce un meccanismo di protezione della propria leader che evitasse contestazioni di vario tipo. Questa scelta arriva all’indomani della richiesta espressa direttamente da Giorgia Meloni al ministro Lamorgese di garantire lo svolgimento democratico della campagna elettorale. Sappiamo già cosa questo vuol dire: dispositivo di sicurezza da grande vertice, centinaia di uomini delle forze dell’ordine, gestione dell’ordine pubblico affidato ad alti funzionari del ministero dell’interno, probabile facilità ad usare la forza dura per non permettere contestazioni.

Quindi perché tutto questo? Il sentore del “trappolone” che vede la Meloni e Fratelli d’Italia pronti a sfregarsi le mani di fronte all’ennesima contestazione dei “centri sociali” è forte. Presidieremo il nostro territorio per l’intera giornata, per garantire con l’autodifesa popolare la protezione dalla fuoriuscita di questi soggetti che la presenza della Meloni potrebbe garantire”. E così è stato. La voce dei contestatori, chiaramente, è stata accuratamente messa a tacere dall’esercito di poliziotti in servizio per tutelare il comizio di Giorgia, si è levata in cielo invece quella di Rino Gaetano. Giorgia sale sul palco sulle note di “Ma il cielo è sempre più blu”. Che c’entra Rino Gaetano con Fratelli d’Italia? Proprio niente. Anzi, Anna Gaetano e suo figlio Alessandro, sorella e nipote del cantautore, più volte hanno ribadito che le canzoni di Rino non dovevano essere associate, mai, in nessun modo alla politica. Niente da fare. Ma Giorgia ha anche chiesto alla sua platea: “Secondo voi è possibile che in tutto il mondo dello spettacolo non ce ne sia uno che la pensa come noi? Se c’è, allora perché non parla? Forse perché sa che se parla le sue possibilità in quel mondo potrebbero ridursi?”. Però anche il cantante che utilizzano nelle adunate per uscire dal ghetto in nome della meritocrazia firmava appelli per dare il voto al Pci. Forse le è sfuggito…

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.