Secondo la presidente del Consiglio, che così smentisce anche i suoi stessi alleati di governo, dal primo gennaio 2023 non c’è stato alcun balzo improvviso alle pompe di benzina. “Il prezzo medio del taglio delle accise nel precedente governo era di 1.885 euro, il 27 giugno era di 2.073 euro, il primo agosto di 1.877. Allora posso anche capire che il prezzo ora è alto ma dove era la stampa quanto il prezzo della benzina era a 2.077 euro. Io non ricordo negli anni precedenti le campagne di questi giorni. Poi ci sono le storture e bisogna intervenire“.

Dunque senza interventi sulle accise, il decreto votato martedì in Consiglio dei ministri punta ad interventi a costo zero. Il faro diventa dunque la “trasparenza”. Due le chiavi: da una parte il monitoraggio dei prezzi non sarà più settimanale ma giornaliero, quindi viene introdotto l’obbligo di esporre il prezzo medio nazionale accanto a quello di vendita alla pompa, con sanzioni che potrebbero essere comminate dal prefetto, mentre in caso di recidiva una sospensione dell’attività per un periodo tra un minimo di 7 e un massimo di 90 giorni.

Ma soprattutto in questo modo sarà lo stesso consumatore-automobilista a vedere di persona la differenza tra il prezzo medio e quello adottato dal singolo benzinaio. Inoltre il decreto ad hoc prevede che i fornitori in autostrada dovranno avere un tetto che sarà fissato da una norma. Sarà inoltre irrobustita la collaborazione con la Gdf per avere più controlli e verrà istituita una Commissione di allerta rapida sui prezzi, all’interno dell’Antitrust.