Gli antagonisti scatenano la violenza
Meloni promossa all’esame del 25 aprile, premier chiara contro “regime fascista”. Estrema sinistra usa metodi squadristi

Non sarà la svolta di Fiuggi, piuttosto un test sull’ottantesimo anniversario della Liberazione. Un esame che Giorgia Meloni supera brillantemente. La sua dichiarazione battuta dalle agenzie prima delle 10 del mattino imprime il senso delle celebrazioni. “In questa giornata, la Nazione onora la sua ritrovata libertà e riafferma la centralità di quei valori democratici che il regime fascista aveva negato e che da settantasette anni sono incisi nella Costituzione repubblicana”, scrive la premier con nettezza.
Una chiarezza che le viene riconosciuta dal senatore dem Walter Verini: “Bene le parole della Meloni”. L’esponente del Pd prende il toro per le corna anche su un altro punto dolente del 25 aprile: “Chi, nelle manifestazioni di oggi, continua con gli insulti alla Brigata ebraica è estraneo ai valori della Resistenza antifascista”. A denti stretti è costretto ad ammetterlo anche il co-leader di Avs, Angelo Bonelli: “Almeno ha citato il regime fascista”. Pronto a riconoscerle il voto pieno il leader di Azione, Carlo Calenda: “Dichiarazione inequivocabile e appropriata”. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, comincia la giornata all’Altare della Patria, onorando la tomba del Milite Ignoto, insieme alla presidente del Consiglio, al ministro della Difesa Guido Crosetto e al presidente della Corte Costituzionale Giorgio Amoroso. Poi vola a Genova, dove cita Giuseppe Mazzini, Altiero Spinelli, Sandro Pertini, Guido Rossa e Papa Francesco. E conclude: “È sempre tempo di Resistenza”.
Intanto, da Milano, Giuseppe Sala si preoccupa per la tensione determinata da spezzoni pro-Pal che prendono la testa della manifestazione nel capoluogo lombardo: “Lo spirito di libertà non venga svilito dagli eccessi”. Al corteo che sfila sotto la Madonnina va in scena molto nervosismo: i manifestanti pro-Pal gridano slogan come “Israele criminale” e “Palestina immortale”. Lo spezzone della Brigata ebraica (che entrerà poi in Piazza del Duomo senza striscioni) è a qualche centinaio di metri di distanza. “Mi dispiace che per questi guastafeste che vorrebbero cancellare un pezzo di storia della Resistenza non si possa festeggiare”, commenta sconsolato il direttore del Museo della Brigata ebraica, Davide Romano. Immancabile un cartello contro Liliana Segre, definita “agente sionista”. Un implicito riconoscimento ufficiale alla frangia arriva dal palco, con il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo: “Nauseati da chi si volta davanti a Gaza”. Insulti e cori anche a Parma: bersagliato un gruppetto della Brigata ebraica, preso di mira da attivisti pro-Palestina. “Fuori i sionisti dal corteo”.
Nella Capitale, a Porta San Paolo, ci pensano le forze di polizia a evitare il contatto tra la Brigata ebraica e gli attivisti dei movimenti palestinesi, che a un certo punto cercano di issare una bandiera di Hamas. La protesta è andata avanti con fumogeni e lo sventolio di bandiere palestinesi e rosse. A Roma e a Milano sono stati segnalati episodi di intolleranza degli antagonisti contro il Pd. A Genova in piazza Matteotti sono arrivati fischi a raffica nei confronti del presidente Bucci e del vicesindaco Piciocchi. Un clima condannato dal presidente del Senato, Ignazio La Russa: “Il tentativo di issare la bandiera di Hamas a Porta San Paolo, gli insulti a Israele, le aggressioni alle forze dell’ordine sono tutti gesti molto gravi, e che trovano la mia ferma e totale condanna. Ogni forma di antisemitismo va condannata con fermezza, senza ambiguità”.
Dopo i disordini della vigilia a Torino (con militanti di Azione, Partito Liberaldemocratico, Italia Viva e +Europa allontanati perché portavano bandiere ucraine), a Bergamo l’eurodeputato dem Giorgio Gori nota l’assenza di vessilli del Paese aggredito dalla Russia, e scrive: “Ho provato vergogna”. Un sentimento condiviso dal senatore Pd Filippo Sensi: “Credo che oggi i valori della Resistenza vivano nelle azioni di chi resiste in Ucraina contro il fascismo di Putin”. Una splendida giornata, “straviziata, stravissuta, senza tregua”. Giorgia Meloni supera il fascismo; una parte dei manifestanti lo rianima.
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