L’incontro a Bruxelles e l’inversione di marcia
Meloni resta sola sui migranti e cerca il disgelo con Macron: “Dalla Tunisia rischiamo 900mila arrivi”
A Bruxelles, in serata, dopo il Consiglio europeo Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron si sono incontrati, faccia a faccia. Dopo cinque mesi di gelo, hanno deciso di parlarsi in un incontro privato durato oltre un’ora e mezza. Un faccia a faccia, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, chiesto da Macron, dopo un lungo periodo di incomprensioni e accuse al vetriolo a distanza dopo quel primo incontro “informale” a Roma e lo scontro diplomatico senza precedenti poche settimane dopo sulle responsabilità del porto di approdo di una nave delle Ong. Infine il picco negativo nelle relazioni quando Macron decise di invitare Zelensky a Parigi, insieme al cancelliere Scholz, escludendo l’Italia.
L’incontro avviene mentre in Francia impazzano le manifestazioni contro la riforma delle pensioni di Macron e Meloni cerca il modo per affrontare in maniera indolore la questione migranti dopo l’allarme lanciato in Consiglio Europeo che però si è concluso con un nulla di fatto. Secondo il retroscena ricostruito dal Corriere, sul tavolo i due avrebbero messo gli interessi bilaterali tra i due sistemi economici e politici e gli obiettivi paralleli su dossier strategici, dalla difesa dell’aerospazio, all’ economia fino agli interessi geopolitici convergenti. Tra i temi di fondamentale importanza anche la richiesta francese, quella bollinatura delle tecnologie nucleari fra quelle compatibili alla transizione energetica che per Parigi è essenziale. E su questo l’Italia può dare una mano. Come Parigi può essere di aiuto a Rome per affrontare la difficile situazione della Tunisia e sulla delicata questione migranti.
Secondo il retroscena riportato da Repubblica, sarebbe stata la stessa premier italiana a sottolineare la situazione critica in Tunisia facendo notare che gli arrivi da questo Paese sono triplicati. “Se questo trend continuerà – ha avvertito – questa estate la situazione sarà fuori controllo”. E di questo ha parlato direttamente con l’inquilino dell’Eliseo chiedendo collaborazione. Un discorso collegato anche alle tensioni che segnano un’altra regione africana, il Sahel da cui parte una delle più sostanziose rotte dei migranti. E ancora, sul tavolo, temi come la Libia e la consapevolezza che un’azione coordinata tra i due stati può essere utile ai fini della stabilizzazione. E anche la riforma del Patto di Stabilità: Parigi può aiutare il governo Meloni ad ottenere margini di flessibilità legati alla crescita su cui finora Berlino ha fatto muro. L’incontro, particolarmente simbolico per il contesto in cui si è svolto, sembra essere una presa d’atto che a nessuno dei due paesi convenga procedere nel gelo, senza rapporti e comunicazione costante.
© Riproduzione riservata