Trecentomila litri d’acqua della Fontana di Trevi da buttare, e molteplici risorse per ripristinare uno dei monumenti più belli al mondo. Questo è il bilancio fatto dal sindaco di Roma Gualtieri, a margine dell’ultimo blitz della sedicente organizzazione ambientalista Ultima Generazione. Ipocrisia dell’ambientalismo da salotto, o smarrimento di chi non sa trovare altri strumenti di fronte alla più grande sfida del nostro tempo. Coniugare l’impatto economico, ambientale e sociale delle nostre scelte trasformando i problemi in opportunità, può non essere indolore se mancano visione e coraggio.

Il sistema che nell’era moderna ha governato il nostro modo di vivere e di produrre, oggi scricchiola di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici, alla penuria di materie prime, di acqua e di cibo, e le disuguaglianze sociali sono ovunque occasione di instabilità. Non serve danneggiare il nostro patrimonio artistico per chiedere un cambio di passo, a sé stessi e alla politica.
Che i tuoi sogni siano più grandi delle tue paure. Be a hero. Sii un eroe. È il motto di Equoevento, una giovane associazione di volontariato che dal 2016 ad oggi, grazie ai suoi oltre cento volontari dislocati tra Roma e Milano, ha sottratto allo spreco oltre 12 tonnellate di cibo, quasi 80mila porzioni provenienti dai grandi eventi.

Quando si parla di cibo, l’abbondanza non è di per sé negativa. È occasione di condivisione nei momenti più belli della nostra vita. Durante un matrimonio, una competizione sportiva, un concerto, una convention aziendale, si presentano i piatti migliori perché è un segno di rispetto e amicizia nei confronti dell’ospite. Il cibo è cultura, racconta la storia di un territorio, non è una commodity. Per questo non ci possiamo permettere che l’eccedenza non consumata diventi un rifiuto. Devono avere pensato a questo Francesco, Carlo, Giulia e Giovanni, quando hanno deciso di rimboccarsi le maniche invece di stare a guardare. Il cibo buono in eccedenza, può trovare nuovo valore attraverso la rete della solidarietà sociale. Risotto ai profumi di mare, pollo ai peperoni, lasagne, cannoli siciliani – grazie al sistema di recupero messo in piedi da Equoevento – in meno di due ore transitano dalla cucina di un hotel cinque stelle lusso alla mensa di un ente caritatevole o di una casa famiglia.

Anche in questi luoghi deve poterci essere l’opportunità di gustare qualcosa di prelibato. Il trucco è stato di trasformare la buona volontà di quattro ragazzi, in un progetto strutturato basato su competenza, modello organizzativo, e capacità di sapersi raccontare per coinvolgere nuovi volontari e imprese. Il bene va fatto bene, non in modo improvvisato. Questi Equo Heroes, a differenza degli eco vandali, hanno saputo cogliere e mettere a sistema l’opportunità che la politica ha messo loro a disposizione attraverso la legge 166 del 2016, la cosiddetta legge antispreco. Scopo della norma, rendere più semplice la donazione delle eccedenze eliminando burocrazia ridondante per terzo settore e imprese, e premiare fiscalmente la responsabilità sociale.

Equoevento fa vivere la legge 166 nella quotidianità di hotel, eventi aziendali e sportivi, grazie alla collaborazione con Federcongressi, Federazione Italiana Rugby, AS Roma allo Stadio Olimpico, Internazionali BNL di tennis al Foro Italico. Anche lo sport può essere in prima linea nel contrasto allo spreco, del resto il benessere riguarda stili di vita e accesso ad una sana alimentazione. Questo deve valere per tutti, a maggiore ragione in un momento storico in cui il carrello della spesa pesa molto nei bilanci familiari. I volontari distribuiscono cibo, ma portano anche gentilezza ed un sorriso. E come dicono ad Equoevento, un eroe è capace di sollevare novemila elefanti. Come è possibile? Novemila elefanti corrispondono a 52mila tonnellate di cibo, e con la loro attività questi volontari contribuiscono a distribuirle a chi ne ha più bisogno. Ogni piccolo gesto, se compiuto da tutti, può fare la differenza.

Maria Chiara Gadda

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