Oggi il Parlamento europeo discute e mette ai voti una mozione unitaria sottoscritta da popolari (FI), socialisti (Pd), Verdi e Renew Europe (Liberali, Macroniani e Italia Viva). La mozione auspica l’uso immediato del Mes per l’emergenza sanitaria e chiede un aumento del bilancio europeo che consenta di emettere recovery bond da investire sulla ripresa. Insomma Mes e recovery bond. L’asse Pd-Italia Viva-Forza Italia che lo sostiene è la novità di cui si parla dietro le quinte della politica.

La posizione di Silvio Berlusconi, sostenuto più che mai da Antonio Tajani e Gianni Letta, è che il Mes non va demonizzato: «La cosa sbagliata è se le garanzie chieste si trasformano in uno strangolamento dell’economia di una nazione e addirittura in un esproprio della sua sovranità», twitta il fondatore di Forza Italia. La divisione nel centrodestra è netta. Matteo Salvini e Giorgia Meloni non gliele mandano a dire: «Hai la stessa posizione di Prodi», provano a provocarlo. Anche in seno alla maggioranza le posizioni sul Mes sono diverse. Possibilista il Pd, contrario M5s, come testimonia Luigi Di Maio: «L’Italia non ha colpe, l’Ue deve capirlo. Il piano Sure e la linea Bei sono passi avanti, ma la vera domanda è: bastano i soldi messi sul piatto? Bastano 100-200 miliardi di fronte ai 2mila messi dagli Usa? Dobbiamo raggiungere un accordo – conclude – non accettare qualsiasi compromesso». ma ieri in serata in premier Conte ha invitato la maggioranza a non logorarsi in un “dibattito astratto” e ha ottenuto il sì a una tregua dai capidelegazione Bonafede e Franceschini.

«Prima di dire se un finanziamento conviene o meno al mio Paese voglio battermi perché non abbia, in linea di principio, condizioni vessatorie di alcun tipo. Dopodiché voglio leggere e studiare con attenzione il regolamento contrattuale che condiziona l’erogazione delle somme. Solo allora mi sentirò sicuro di poter esprimere, agli occhi del Paese, una valutazione compiuta e avveduta», ha spiegato Conte. Il Guardasigilli ha precisato che «nei confronti del Presidente del Consiglio c’è piena fiducia da parte del Movimento.

Nel prossimo Consiglio europeo la maggioranza dovrà adottare una linea compatta se vorrà riuscire nella difficile trattativa in Europa». E Franceschini ha affermato: «Mi paiono ragionevoli e condivisibili le parole del Presidente Conte. Non è il tempo di posizioni pregiudiziali ma occorre sostenere la posizione italiana su mezzi e risorse della Ue per affrontare l’emergenza». Intanto lo spread torna a salire vertiginosamente: 235 punti base, un livello da allarme rosso che a Salvini ricorda le premesse per l’arrivo commissariale di Mario Monti: «Ho visto che c’è una grande alleanza pro Mes … Prodi … Berlusconi … qualche giornalone. Vi ricordate l’appello “Fate presto, chiamiamo i geni”? Guarda caso in queste ore c’è lo spread che sale».

E la girandola dei nomi dei presumibili salvatori della patria (Mario Draghi, Carlo Cottarelli e naturalmente Vittorio Colao) che si alterna alle fortune dei protagonisti emergenti del processo decisionale del Paese. Mentre il Parlamento lavora in sedicesimo, quasi solo per vidimare le carte, i luoghi del potere diventano altri. Il Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza Covid-19. Il Commissariato straordinario della Protezione Civile. La Task force per l’avvio della fase due (sui cui costi reali molti adombrano perplessità).

Il gruppo di esperti per l’Italia Digitale della Ministra Pisano. E ieri sera si è aggiunta la Task Force per la ripresa dell’attività scolastica, parto di una lunga riunione al Miur, presieduta dalla Ministra Azzolina.  Ma oggi si vota, dicevamo all’inizio, al Parlamento Europeo: i Cinque stelle in quella sede voteranno con il resto della maggioranza di cui sono perno a Roma o voteranno con Salvini? È la prima prova generale della tenuta della maggioranza in questa crisi.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.